Rassegna storica del Risorgimento
DUMAS, ALEXANDRE DAVY DE LA PAILLETERIE
anno
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1928
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pagina
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228
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A'17 Congresso Sociale di Bologna
Propaganda Rivoluzionaria, era necessario che fosse subito respinto appena arrivato alte frontiere dello Stato, e che fosse fermaro ed itumedìMtuiiii'uLe espulso se fosse riuscito ad entrare nello Stato stesso, previo precetto di non porre più piede nei Dominii della Santa Sede, sotto pena di cinque anni di galera . Alla sua volta, il predetto Tornelli, eseguendo ciò clic gli aveva comandato il cardinale Spinola, si affrettava a impartire, il 26 agosto seguente, le opportune riservate istruzioni ai suoi subordinati cioè al cav. lodgi De Grandi*, Commissario all'Ufficio dei Passaporti e agli Ispettori politici Cam ilio Ferii e Gaetano Gotti, che avevano rispettivamente l'ufficio di vigilare, in quel tempo, i confini Estense a Castelfranco e Toscano alla Ga di Gei e li rendeva edotti delle massime stabilite dal Governo e della necessita- eòe loro spettava di sorvegliare rigo--rosamente, perchè il Dumas non avesse potuto varcare la. frontiera dello Stato, e, qualora ciò gli tosse riuscito, dell'obbligo che essi avevano eli avvisare subito il Tornelli per quelle misure che egli si riserbava a dare sul di lui conto .
Infine, il Direttore della polizia concludeva nei seguenti termini: vigilanza aduni pie per parte sua onde non abbiano a rimanere senza effetto le disposizioni superiori .
Le ricerche più accurate e diligenti eseguite nel suddétto Archivio riservato intorno a un tale argomento., per rintracciare altre notizie sul carteggio scambiato, in questa Occasione, fra Roma e Bologna, sono riuscite del tutto infruttuose. Tuttavia si 110; -Credere che il Dumas, avvertito aJBempo del pericolo eho; correva potesse evitare di cadere nelle mani della polizia ecclesiastica rinunziando forzatamente a questa parte del suo viaggio nei domini! pontificii e recandosi dopo esser sbarcato a Livorno, direttamente a Firenze, dove accolto alla Corte del Granduca Leopoldo 11. potè soggiornare, come è noto, per diverso tempo.
Beata ora il semplice ricordo nelle carte di archivio di questo breve episodio che, per quanto eli carattere politico, avrebbe in sé un ben tenue rilievo, se la sua importanza non gli venisse dal contributo cihè ci offre per la maggior conoscenza di un periodo della vita così agitata del Dumas e che, pure nei tempi del nostro Risorgimento, si è spesso ripetuto per cospiratori non così noti come lo scrittore francese, ma die furono tuttavia perseguitati dalla polizia con grande accanimento.
Anche nel 1845, il Dumas l'ìt oggetto delle vigili cure del Governo pontificio, come si desume da alcune lettere, contenute nel