Rassegna storica del Risorgimento

1849-1853 ;"ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA"; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1929>   pagina <105>
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le > iidMzata "ad ISmilio Visconti Venosta. Senza dubbio su quesiró giovane ricco e eoltó aVeva sperato molto il Macini, (li W t fféffeawa valersi quale capo, nell'attuazione del nuovo piano rivoluzionario che, mai fiaccato)' andava studiando.
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In Roma dove gli animi erano più tesi che altrove, il molo del b* febbraio ebbe la sua massima ripercussione. Nella Direzione Centrale il Petroni rimase quasi solo fedele al Mazzini, mentre Componenti il Consiglio e i membri del Comitato di Guerra, deei devano senz'altro di staccarsene. Cominciarono allora a far pro­paganda ìa*a i soci, mostrando loro quante fossero fé probabilità di vittoria, che il partito monarca'co piemontese offriva, in con­fronto di quello repubblicano1. 'Tentava reagire il Petroni diffonden­do stampe clandestine atte a tranci mitizzare gli animi agitati e tre­pidanti degli associati; ma non alsero le sue premure a sedare il jnalcoliento, anzi questo si determinò sempre meglio, e nei successi vo aprilo si risolse in una netta scissione ira.i membri della Dire­zione e il suo capo. Fu tenuta in casa Gigli, verso la fine di marzo, una riunione di tutti i capi delle società, durante la quale Cesare-Mazzoni, Piccioni, Lipari, Gigli, Croce, Berni ed ancora qualche altro, dissero all'avv. Petroni che sarebbe stato loro dovere indie­treggiare fin dal primo manifesto del Comit. Naz., poiché i>cl momento si doveva pensare unicamente alla guerra, senza alcuna questione snlla torma di Governo : Insognava diffondere l'organiz­zazione con l'introdurre nei Comitati tutti gli elementi, anche i più disperati : monarchici, federalisti, unitari, repubblicani. Loro disegno era perciò quello di invitare Mazzini a ricomporre un Co­mitato Taz., del quale avessero fatto parte i rappresentanti degli altri partiti. Petroni in nome dell'onore di Roma e del partito, ri­fiutò e propose di esporre con la stampa, i motivi delle discordie ed attendere il risultato. I dissidenti a loro volta, non vollero ac­cettare la proposta e nel dì seguente, riunitisi, fecero e sottoscris sero, ognuno con le proprie iniziali, un decreto con cui si destituiva l'avvocato Petroni da Direttore e si aboliva la Direzione. Per provvedere agli interessi dei nuovo partito che si voleva attuare, fu istituito dai medesimi un Comitato Nazionale [Romano, che fu nucleo all'elemento costi azionale, mirante a lavorare d'accordo col Piemonte. J nuòvi dissidenti, ebbero il nome di fusionisti o fusi così nome lo avevano avuto anclie tutti coloro che dal par-