Rassegna storica del Risorgimento
1849-1853 ;"ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA"; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1929
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pagina
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113
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GL Mazg'm4 e i nu0 tféiMttief di Roma ni
Stabilirono costoro di lare una spedizione a Uoina. e eoa il Itoseli i concertarono tanto riguardo al viaggio, che al programmai <Vattuarsi nella citta. In primo luogo fu mantenuto il più rigoroso segreto sulla spedizione, per frema <he i fasiouisti di Genova avessero potuto dare qualche avviso a quelli di Roma onde comprometterli, tanto che io stesso Vetroni, come;, pure il istrucci, erano perfettamente ignari di ogni eos. Wt presero quindi accordi con il cospiratore Michele Tassava di G:èJ)ovar negoziante sellaio e presidente della Società operaia, perchè procurasse l'imbarco senza che la polizia piemontese si avvedesse di questa partenza.
3fel pomeriggio del giorno S luglio, in compagnia del Tassara e di altri due cospiratori, gli emigrati si recarono su due barchette in alto mare, fìngendo di andare a diporto e montarono poi sul bastimento fissato in precedenza e pronto a far vela per lo Stato Pon tifieio. àSra questo un legno mercantile con a bordo nn carico di pepe, pelli ed altri generi. Prima dì partire il Bertoni stese* quella dichiarazione che venne firmata, da tutti gli altri sette compagni. e colla quale attestavano che la loro venuta in Roma era di loro spontanea volontà, non consigliata istigata o diretta da Mazzini o da capi del partito mazziniano.
La dichiarazione, che fu lasciata al Roselli in Genova perchè la spedisse al Mazzini, fu certo stesa per due ragioni : prima perchè, se fosse fallita la loro missione non ricadesse la colpa sul Mazzini, con grave danno dei partito, com'era avvenuto recente mente per il tentativo di Milano.; seconda- perchè, scoprendosi il fatto, la loro colpa venisse giudicata meno grave dalla polizia, trattandosi di un piccolo complotto piuttosto che di una vasta cospirazione.
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Nella notte del 13 luglio, sbarcarono gli emigrati sulla spiaggia . romana circa un mìglio distante da Palo, verso Civitavecchia, senza essere veduti da alcuno. Stanchi dal lungo viaggio, alcuni df essi si fermarono, per ristoro, in un'osteria posta nella tenuta di Palidoro, e di qui ripartirono, dopo aver pagato il conto all'oste -con moneta d'argento. Molto, si in era vigliò questi che delle persone le quali viaggiavano a piedi, senza equipaggio, fossero così ben provvedute di monete d'oro e d'argento, come aveva potuto cou-statare nell'atto che lo avevano pagato. Egli ne tenne parola eoe altri' conoscenti e frequentatori del suo locale, finché la cosa ginn-