Rassegna storica del Risorgimento

1849-1853 ;"ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA"; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1929>   pagina <114>
immagine non disponibile

T*4 Sara OMf/MtàwàfM
sé all'orecchio della Polizia, la quale fatte (M'onfamentc indagini, venne a sapere essere fèoloro degli emigrati politici che, sbarcai clandestìnaanente sulle eoste dello Stfafò 'ontàineto si ;ci?ano poi infcrodoitì. e uascosti in Bantu Anche' da Telrracàna pervennero alla polizia due rapporti sul seguito sbarco degli emigrati. Messasi così stille loca-'pèste, ben presto la polizia, appena il 22 luglio, scopri­va ed arrestava Cesare Tassai e Giacomo Recupero clic l'aveva ospitato nella, sua casa in via del Seminario.
Intanto veniva da Genova in. storna, per via di terra, Ercole Roselli, il quale, messosi in viaggio fin dai primi di luglio, giun­geva in Roma verso la metà del mese, quasi contemporaneamente agli altri emigrati. In Roma si presentò fìngendosi commesso di" una casa di merletti, in diversi negozi che sapeva essere gestiti da soci e disse essere mandato da Sisto Vinciguerra e nello stesso tempo chiese di Marco . Tale era la parola d'ordine sta­bilita, ma quelli, non essendo stati preavvisati, lo sospettarono un emissario della polizia è non lo credettero neppure quando aperta­mente egli palesò essere Ercole Roselli.
Vedendosi allora perduto, il Roselli ripartì da Roma e si portò in Viterbo e in Firenze, nella quale città- munitosi di un passaporto intestato a Lazzaro Fenovil, fece ritorno in Roma e si costituì spontaneamente nel carcere di S. Michele. Questo fece, non perchè, avesse dimenticato l'indirizzo cui doveva far.' recapito in -Roma, come scriveva RnriclÉ (Mazzoni) a Marco , il W agosto, lamentando l'accaduto, ma per altro contrattempo.
H Petronr in una sua del 12 Agosto fa ricadere ogni respon­sabilità dell'accaduto sui fusi, i quali, divulgarono i nomi degli intermediari di Civitavecchia, che perquisiti, si impaurirono e ri­mandarono a Genova le lettere che la quella città avevano ricé­vute perchè fossero spedite a Roma. Per il ritardo appunto di una di quelle lettere,, avvenne che non avvertiti del prossimo, arrivo del Roselli, coloro a cui egli si presentò non lo riconoMilléro. Fin da Genova il Roselli aveva meditato lo stratagemma di costituirsi in carcere se la sua spedizione non fosse bene riuscita.; riteneva egli infatti, che la polizia non avrebbe potuto far altro die spe­dirlo di nuovo in esilio, e questa sua speranza era condivisa anche dagli amici suoi: unico timore era quello di un tradimento dei fusi. Il tradimento temuto purtroppo venne, ma non dai fusi, compie-tamente innocenti, bensì da uno degli sbarcati a Palo: Antonio Catenacci,