Rassegna storica del Risorgimento
1849-1853 ;"ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA"; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1929
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pagina
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118
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Sum (hM/livtMHdti
"fera pio retrocedere, per dare l'iniziativa del moto alla ki.ndiej.111 del popolo.
38ou cessava inoltre'1 di raccomandare ai repubblicani che non si lasciassero aggirare dui' partiti nuovi, li esortava a, combattere soltanto sotto la loro bandiera : quando sorga il segnale d'aioM irrompete tutti a seguirlo e la bandièra repubblicana sventoli 5a un punto all'altro del vostro Appennino (28).
Ogni speranza del Mazzini era riposta sulla questione d'OU riente. Anche altri influenti cospiratoli, mazziniani, erano allora della stessa opinione del Maestro. Scipione Pistrucci, per esempio. incitava il Petroni perchè facesse 'irruzione dove è come potesse non bisogna, diceva, lasciar passare questa crisi, questo fermento di guerra senza tentare d'approfittarne . E- altrove gli chiedeva. Non credete anche voi venuto il momento di metter alla prova il fermento che circola nelle nostre Provincie,- e che si va manifestando con inutili ammazzamenti, e che finirà, se non si dirige, col sacrificarci per tutto i migliori?
Anche Massimiliano Grazia, credeva il momento essere quello più opportuno per insorgere. In Piemonte, infatti, egli osservava la posizione finanziaria si era resa molto difficile, e dato che si fossero complicati ancora gli affari di levante, ivi -sarebbe certamente nata una rivolta per ragioni economiche, e sarebbe stato conveniente e facile allora impadronirsi della posizione e far degenerare la questione economica in questione politicai
E, secondo il Grazia, affrettarsi era anche necessario, date le condizioni del partito j malgrado i suoi sforzi egli in Genova non era riuscito a comporre un centro direttivo; ivi, ognuno intendeva agire secondo le proprie aspirazioni e farla da generale; non vi era accordo,* unità ; si mancava assolutamente di una direzione.
E tutto ciò mentre i murattìsti si sforzavano di guadagnar terreno in Italia ed i fusi erano in grande lavoro, aspettando in Genova i loro capi, cioè Manin, Montanelli e Saliceti i quali, di concerto con i fusi di Boma, pare dovessero mettersi d'accordo collo stesso ministero piemontese per una possibile iniziativa di guerra.
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II moto .che si preparava in Boma. non aveva cai-attere locale, ma generale, secondo il noto concetto di Mazzini ; le avvertenze di
(23) Circolare del Mazzini datata Londra 6 Luglio UBÉs Ancho questo documento jjiihuHoal sul Giornale tymitùt'TtMsa <H M gemi. *20 3 2>