Rassegna storica del Risorgimento
1849-1853 ;"ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA"; MAZZINI GIUSEPPE
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1929
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Sara fìtujlu'lmvtti
di S. Sepolcro e quella postale che couduceva da Bologna Firenze, tagliando COBÌ alla loro base tutti, i corpi nemici, che se ne* erano tanto allontanati. Si erano già. .ricevute solenni promesse di aiuti anche dalla Valtellina e da altre regioni.
Per lo stato pontificio Mazzini aveva lasciato arbitro Petronio da questi perciò! ?si aspettava in quei giorni, in tutta tttègtr } cignale E sta a voi, gli scriveva Pistrucei, se credete maturo il paese a dare il segnale * In Roma l'insurrezione fu dovuta sollecitare, cosicché anche prima di attendere l'arrivo dei capi richiesti in Genova, si decise d'insorgere il giorno 15 agosto.
H Comitato di Guerra non aveva gessato mai la propaganda per subornare le truppe pontifìcie facendo arruolare tra queste antichi garibaldini e legionari, che gran numero di seguaci ave-vane trovato. Nella gendarmeria soltanto, non era riuscita- a penetrare affatto la propaganda dell'Associazione. In ogni modo di militi- ;e di ufficiali inferiori ve ne erano in abbondanza. Pietro Bniz era quello che accelerava il movimento e lo determinava perla sera del 15 agosto a piazza Colonna pensando poter sorprendere facilmente le trujjpe francesi, nel momento culminante della festa ivi- celebrata* con grande illuminazione del Casino degli ufficiali francesi, in occasione della ricorrenza del giorno onomastico del proprio Sovrano Luigi Napoleone. Si cercava insomma di attuare quel metodo delle sorprese che era già stato sperimentato in Milano con esito tanto sfavorevole. Ruiz, Casciani e Preti si erano incaricati di apprestare 80 cospiratoli e di munirli di armi bianche e aste con puntoni di ferro, per la cospirata sorpresa da farsi in piazza Colonna ai gendarmi ponti nei intenti a regolare la festa. dell'armata francese. Ma questa sarebbe stata soltanto una simulazione dei cospiratori per richiamare tutta l'attenzione delle forze pontificie a Piazza Colonna, mentre poi gli armati di fucile avrebbero attaccato le guardie e i gendarmi di servizio nelle carceri di S. Michele, per disciogliere quei detenuti politici, uscendo poi con essi da Roma per far lo stesso nella casa di condanna a Paliano e batter quindi, dopo liberati quei detenuti, la provincia di Comarca in annate guerriglie, ad imitazione della guerra sostenuta sulle montagne e nei boschi della Spagna, dai Catalani,:
dagli Andalusi e dai Biscaglini nei giorni di Napoleone.
Alla vigilia della insurrezione, nella notte dai 14 ai lo agosto,, la Direzione Centrale di Polizia dietro il rivelo del Catenacci e con