Rassegna storica del Risorgimento

1843-1844 ; AUSTRIA ; DIPLOMAZIA ; FRANCIA
anno <1930>   pagina <319>
immagine non disponibile

fra diplomazia Francese o Àminuca 3x9
nel reame di Napoli, pelali' il inìfctì gòVMio del ru bene accetto dal popolo, faceva si ch'esso Testasse fedele alla dinastia borbonica u perciò èonjj'urio ad ogni turbolenza, considerando quindi come un insulto dello straniero lo stimare prossimo ad insorgere il regno di Na poli (24). Già da qualclie, tempo la polita, .4' ;erno Napole­tano riusciva sospetta ai ministri delle: vaa-ie -"Corti i uaii, stima­vano che le massime direttrici della poHtiaa. del regno napoletano tanto interna., eoe esterna, fin allora coerenti ai prìncii di legitti­mità e monarchia, fossero ora -abbandonate per iutraprendere una via conducente ad una maggiore indipendeutfà e uno dei fatti prin­cipali che spingeva i ministri a tali congetture, era proprio l'articolo su. Bologna (25). L'articolo piuttosto oscuro aveva un fpof turbato il Corpo Diplomatico e specialmente l'Austria ne era rimasta of­fesa, in guanto nell'articolo si ero voluto; far sentire apertamente che si era stanchi di avere da lei troppi consigli ed avvertenze in fatto di torbidi politici.
Al ministro: austriaco jee s'ero lamentato col re di Napoli per tali sconvenienti asserzioni, si era mostrato come tutto il cattivo dell'articolo fosse diretto più verso la Santa Sede che verso l'Au­stria. In verità molto sospettose erano parse alila Corte di Boma le ultime parole 7 destini futuri del Regno delle Due Sicilie potran­no forse, nelVuitmerìto della sua ragguardevole popolazione sempre crescente, e delie sue imsa/imWl. rmorm. un Mi. estenderlo in do­minio .
Certo che offensiva era per il governo di Roma tale espressione m quanto l'estensione del dominio napoletano sarebbe venuta a dan­no di quello pontificio vicino.
E quando, dopo l'articolo il ministro di Napoli chiese Ìi! Corte di Roma il permesso d'inviare due agenti politici a Benevento e Pontecorvo,. per essere n grado di conoscere ed avere -jsftù. pronta comunicazione di qualunque disordine fosse iter mysotok, ebbe un reciso rifiuto (26). Ed era naturale che il governo ponti ti ciò rifiu­tasse. In quanto l'invio degli agenti oltre che produrre una sinistro impressione neU'ftHno degli abitanti, non poteva uscire che ingiu­rioso alla dignità della Sede come se questa fosse incapace di vi-
(24J Nuustiiturn I Napoli, N. 252. Dopacelo 2 Agosto 1843. <251 JSteriatora ;flj m0k W, 232. Dispaccio. dicembre 18M., Ifefll 'm-pendice n, 0.
(20) Nunziatura di Vleunu, X. 247. Dispaccio 4 novembre 1843.