Rassegna storica del Risorgimento

GALLETTI GIUSEPPE
anno <1930>   pagina <380>
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mare sì quel punto il corso della rivoluzione, coU'insistere sui prin­cipi stabiliti dalle Camere e sulle promesse del Papa, coll'aderire più alla costituente del Gioberti che a quella del Montanelli, eoa l'assoluto silenzio sulla., guerra. Iu fondo, era il programma di ri­piego d'un Ministero che sentiva di non aver più la fiducia del Principe e di non possedere ancora, o di non possedere completa­mente quella del popolo (17). Il Gallctti, che nutriva, il desiderio di rassodare con una placida conciliazione degli animi le cose in quel dì accordate , riteneva che le domande del popolo sulle quali era basato quel programma, non fossero ntVeeeessive-j. n. in­giuste, uè inconciliabili col papato, che anzi s;ilva<vano, a parer .su, senza verun suo sacrificio. E poi. pensava, dovendo venir sotto poste all'Assemblea legislativa, questa certamente non avrebbe voluto vulnerare il potere costituzionale del Papa (18).
Intanto, in attesa che il Ministero funzionasse, il Oireto por polare fin dalla sera del 15 aveva assunto di fatto il governo di Roma, sostituendosi al potere legittimo, ottenendo perfino l'ade­sione di molte autorità, emanando disposizioni ed ordini per la conservazione della quiete, che, come ebbe a riconoscere lo Spada, dal 16 Novembre al 20, giorno in cui il Circolo depose i suoi[[poteri, non fu -affatto turbata. Il Papa, dal canto suo, protestava nuova­mente presso il Corpo diplomatico, asserendo d'esser tenuto quasi prigione, d'esser stato privato delle sue guardie, dichiarando di non /riconoscere alcun atto del Ministero impostogli con la forza, e d'aver ordinato che non si usasse più la formula: udito il pa­rere di Sua Santità (19).
In quei primi giorni; due soli ministri avevano qualche in­fluenza in Roma, il Galletti e lo Sterbini, e questo più che quello, perchè forte dell'appoggio del Circolo popolare, del quale era il primo motore, e perchè il Galletti, un po' per desiderio; di averlo amico, un po' per timore, si lasciava influenzare e governa.re dal­l'altro, uomo di carattere energico, capace di imporsi ai suoi colle­glli 'in deboli di lui e meno accetti al popolo (20).
(17). "Il prograninm in FABIHX, LO Stato rommio, eit. v. II, pp. 3S1-383. Qtr. anche Boui..sofc Home en 1848~lO-fi0, Llmogee, 1BSL v. I, p. l'Sij; 6A-KiUBSi, op. ett., v. II, p. 220.
(TSJ GAI U-.rn, op. (t. PP. 28-80,
(10) SCADA, op. clt.,.-v. .II, pp- SBT-4S85; IUpoionT'BBATn, p. 20; RosMtsi, Commentarlo della minatone a Roma, Torino, 1881, p. 831
(20) F-AMNI. Stato romano* v. il, p. 383; Mnfenmi, n li, p. 127; Gou-wMQiWUoMéf le tue. ultime riwhtsrtonl, Firenze, 1852, p. 101 (nota del CarletfcD.