Rassegna storica del Risorgimento
TROYA CARLO
anno
<
1930
>
pagina
<
424
>
liititHìVtìiò Zar/aria
VII. Giacinta di Brezza
In una prima lettera, d:c*l 20 nov. non risulta ili (piale anno, mandatagli per mezzo di un prof. Colessi, la gentildonna, ancora nubile, dopo avere raccomandato al Troya die non manchi di fare la promessa gita a Roma, si diverte a informarlo, circa la vita del Condoli <c ancora un poco afflitto per le vergini brttsselesi, che dividono le sue sollecitudini <jpl cliolera-mórbus, e gli rimette i saluti di Laura [Tbeodoli], promettendogli notizie dirette da parte della nonna, la marchesa Maccarani. Ma il 9 nov. del '36 ella diveniva contessa Di Brazza, e graziosamente accenna}. 1 novello suo stato, non tralasciando di sperar buone notizie intorno alla salute di don Carlo che sarebbe dovuto recarsi a Boma per riprendere con le colte e gentili arnióne gli ameni conversari delle indimenticabili serate, e per fare con la sua viva voce .<È. autore l*esposMoue di quella storia ch'ella aspetta di leggere avidamente nel sollecitato volume della Storia d'Italia, prossimo a comparire.
bell'agosto però del '37 il colera, se era in decrescenza a Napoli, infieriva a Boma, donde la contessa coi suoi si era allontanata., viaggiando per Perugia e per Bologna-. Curiosamente, la gentildonna dice che, se fosse capace di odio, odierebbe chi aveva importato e quasi seminato il colera per le vie di Boma.
Un salto di tre anni Del 7 aprile 1840 è una letterina, un po' malinconica, a cui è servita di occasione la ricerca fatta alla Di Brazza dell'opera del Riccio sulle famiglie nobili romane (edizione del 1836) da un amico di lei.
E un salto ancor più lungo presenta la lettera successiva (22 die. '47) che. serve a ringraziare della conoscenza di un don Salvatore Bore-Ili, procurata dal Trova alle sue amiche-, non che dei nuovo volume della Storia, e pini ancora a sollecitare una gita a Boma del povero don Carlo, anche lui ormai afflitto dagli acciacchi e tormentato dalla febbre di un grande lavoro, iw. Sarà mai vero che possiamo vedervi qui, in Boma vostra, e fra ii comuni annoi, e ascoltare; 1 vostri discorsi, e godere della vostra jQnversazione? Mi trovereste, carissimo amico, divenuta una grave matrona, madre di sei figli, e Laurina anche essa madre di quattro altri. Quanto mai desidero di rivedervi ! Mantenete una- volta la vostra parola venite a- trovarci . All'agosto dell '49, quante grandi cose erano successe
424;