Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <433>
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narla.j in questo frattempo, e prima che il publico avesse potuto vede quest'opera veramente delle più be di Teneraui, tutte le cappelle della chiesa presero un'altra forma, e vi si aprirono eerte finestre alla goti<*a ; e non solo fu mutato il lume pei' cui fu lavo-x'ata la statua del suderò Angelo, ma fu pasi intieramente tolto e la statua rimane quasi all'oscuro. Tanto Teneraui quanto il du­ca furono fnrihondit strillarono, minacciarono, ma larer.mi frati la­sciarono cantare e continuarono il fatto loro .
L'aria di Portici avrà giovato all'egregio don Carlo? era la domanda che si rivolgeva la principessa; e per averne una rispo­sta gii scriveva il é novembre del '56. - ero sM'A * ;stsg-giunge- io nii son goduta e mi godo ancora lai villeggiatura di Velletri; ma giacché non vi son rose senza spiue, nemmeno del bel tempo si può tropo (sic) pi-onttare qui per tema L IMI eie ave­vano svaligiato due diligenze, e, arrestati nel rispettabile numero di 64, si erano moltiplicati e avevano perpetralo unMmtito sulla pedo­na di un, ricco vettetrano. La signora notava che le campagne di VeU letri favorivano il brigantaggio essendo tutte piene di canneti e di fossati ; ma non si stava meglio a Roma, come lei stessa notava nella lettera successiva (22 ott. 56}? poiché nel convento di S. Carlo ai Catinai*!, tre ladri mascherali erano penetrati a mezza notte nella cella- del Padre proeuraitore, lo avevano legato, imbavagliato, e, messogli il coltello alla gola, si erano fatti consegnare 1700 ducati da lui riscossi il giorno avanti. Poi se ne erano andati tranquilla­mente, lasciandolo steso sul letto e ancora tutto legato. Delizie del governo pontificio ! Qui scrive poi (4 febbr. '57) la principes­sa stiamo per una parte in una vera miseria perchè tutto è ca­rissimo, e ciò non ostante i proprietari non vendono i generi, non le si pagano le pigioni. Tutti vi domandano, tutti vogliono avere* v'ingiuriano se insistete per essere pagati. Questo gravissimo ma­lanno è coperto, agli occhi de' piai, cominciando da quelli dell'au­torità, da un subisso di forestieri che fanno circolare denaro. Fra l'altro, vi sono le sette peste di russi awtvt' oourreui's dell'impera­trice che ci annunziano per Ha metà di marzo. Questo nuvolo di sar­mati, siavi o che so io, fumando con il sigaro per le strade, ridendo strillando come ubbrincbJ portano però un certo movimento. Le si­gnore sono per Io pini belle, eleganti e credo ri celi e*, Vi sono questo anno molte feste fra. il corpo diplomatico, generale francese.,, fore­stiere ecc. ecc., e quelite signore brillano in queste brillanti riunio­ni. Quella che V'interviene pei lo più è mad. Cristina, di cui la ti-