Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <444>
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444 Riccardo Za-gmia
di nomi, che la sorte m'impose in -quella del 15 gennaio '53 tra­smette e riceve libri ira il Trova e amici di lui quali il prof: Pietro ZambelH di Brescia e il suo Goii..ctà.diuó. Federico Odorici, Amico Ricci ; gli manda una copia lungamente cercata dell'Ughi per mezzo delta contessa Potenziani GrabiuskiT già amica di Alessandro Poerio ; dà notizie della salute della contessa Martinetti,, Lo stesso può dirsi di parecchie altre che seguono. Il 21 febbraio '53 ella gli manda pel tramite della contessa Di Brazzà varie copie dell'Odo­rici., e due manoscritti, accompagnati dal dono, che suo marito fa-.<?? allo storico, di un volume con tavole intitolato Memorie per semine alla vita di QQwmmm II Bentiwglio (60) ; il 5 aprile ne riceve per sé e per i comuni amici tre copie dell tomo secondo del Codice Longobardo, e il 6 luglio tra l'annunzio dell'invio effettuato di una Guida di Brescia, opera dell'Odorici, e dell'invio soltanto deside­rato di un ricalco in gesso del busto marchettiano eseguito dal Te-nerani, c'è una notizia archeologica : la scoperta, fatta dal conte Gozzadini in un suo podere presso Villanova (-61) a miglia da Bo­logna, di 35 sepolcri etruschi contenenti vasi ossuari, di terra nera con bei disegni graffiti e di rilievo, nonché ornamenti ed utensili in bronzo. L'antipenultima lettera finiva con queste parole : quan­do il severo scrutatore dei secoli passati riposa la sapiente mente, mi doni un pensiero e mi guardi; non qnal prezioso documento di antichi fatti, ma bensì di attuale, viva ed affettuosa ammirazione . H Troya come si rileva da una lettera del 19 agosto sapendo che il Gozzadini aveva in animo di proseguire gli scavi etruschi che poi salirono alla ragguardevole cifra di 122 si offriva di rega­lare al fortunato scopritore un libro, che era quello del Iorio, sul­l'arte di rendere proficui gli scavi e che realmente poi giovò assai al Gozzadini dolente di non averlo conosciuto prima ; intanto gli man­dava una dissertazione del Pagano, e apprendeva con meraviglia co­me a Firenze girasse una voce sulla ristampa di tutta l'opera pro­pria che avrebbe tentata il Le Monnier. Insieme, egli si sentiva in­coraggiato alla faticosa impresa del Codice diplomatico dal conte e dagli altri amici dell'Italia superiore, i quali però avrebbero vo­luto che a lui bastassero le forze per condurre innanzi di pari pas­so la Storia attesa con impazienza straordinaria. Come nella lette*
(60) Propriamente, Mwwrfn por la> vtt (W flHtaWMui* // Uontlooiilto, Bo­logna, Tip. ftIe Arti, 1830, in 8.
(81) Ved. GJOV. GJozzApiNi* M ntioropole < Vfllanova déooùverte et <lé-orile, Bologne, Impr. l'uva e GiLrugnam :i.70, in fi", pp. 80, ug>