Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <446>
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Riccardo ZfryalHa
I disegni dei ftòctóh.t erano arrivali alla- loro destinazione. il' pre-gevolissimo lucido colorito - - scriveva al Trova la contessa da Eon-za.no il 2 ott- di quell'anno del quale mi vedo, con tanta cortesia, favorita dal signor Mi nervini, è assai interessante per noi, non solo sotto l'aspetto deUi'arte e pei fiocchetti ivi rappresentati, ma an­cora pel morso,,,iil'QUiiIo offre <ualche rassomiglianza con due morsi , in bronzo trovati in questi colli da mio marito . Ormai, questi po­teva aggiungere al suo lavoro archeologico le tavole che solo man­cavano perchè egli potesse darlo alla luce: ma... céne avrà egli si domandava la moglie un compenso nella pubblica approvazio­ne? vedremo. t3erto è che pochissimi pongono tanto amore nella ri­cerca, degli oggetti, che sì di frequente si presentano all'aprico nti lavori di terra, ed anzi gli scopritori pongono ogni studio a distrug­gere, nascondere e ricoprire. A Bavenna. nello scorso giugno, vena* pei* jpesfea causa distrutta la imballilità di una- scpiJerta pjena <fSte teresse: presso iSt é-itta. verso il mare, fu casualmente Covato ùu sepolcro antico, é tosto coie voce che fosse di Odoacre* Questo prof, d'archeologia, BocchfJ scrisse a Ravenna pei* conoscere ciò che vi fosse di vero in quella voce, ma poco o nulla se ne seppe, an­che perchè in Ravenna ( i) non v'è chi si occupi d'archeologia. Si crede die, oltre il eadavei e li e diremo principale, vi fossero; seppelliti altri di minor conto, ed fletto; cornei cosa certa, che nel sepolcro principale entro un vaso di argilla v'erano le ossa di un braccio. H cadavere- suddetto aveva una lastra d'orò (dicesi una corazza) lavorata., della quale è rimasto un pezzo del peso di una libbra, che è in Bavenna presso quel bibliotecario comunale. Tutto il resto andò trafugato e venduto, credesi, "all'estero. Perciò non si è potuto sapere ciò che veramente è stato trovato, e se; vi fossero medaglie (64!). La dolce amabile compagnia bolognese, dopo esser­si attristita incominciava a sciogliersi per la morte che si prepa­rava a riunire in un altro mondo, sperato migliore, le belle anime che si erano amate e tanto stimate quaggiù. Il 13 dicembre di quel­l'anno al Troya veniva dalla Gozzadini annunziata la morte della gentile Ippolita Marchetti, già molto sofferente nella salute sin dalla perdita dell'illustre consorte. La contessa Martinetti scrìveva ella m'impone un penoso ufficio ch'io compio con dolore, annun zia nd ole la perdita della nostra ottima amica la contessa Mar-
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