Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <449>
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Jìtìf flmtvìmtrmi di Orni fa. Troyu. 449
grete minuzie dì famiglia; quel vedere tutto j poema sacro d'un sol tratto non come si vede una collezione iti, maravigliose stampe, ina come si vedrebbe una stampa sola. ; quel trattare cavalleresca­mente gli avversari!; quella dignità nei propugnare la propria opi­nione; quella nervosa ed eletta maniera di scrivere mi hanno pro­curato una singolare dolcezza: perchè quando io ammiro sono Mi-! .ce; E se nou fosse che sono un pochetto lontano da Napoli, io vorrei farmi largo fino all'insigne uomo, e ringraziarlo del beneficio . Per tal maniera anche rAleardi entrava nella eer.eh.ia degli amici del Trova ; perchè nella, penultima lettera che abbiamo della contessa, del 12 novembre '56, si accenna a offerte di opuscoli da parte del poeta alio storico. La contessa attendeva con impazienza il discorso Dette donne fiorentine di Dante Alighieri le promesse notizie in­torno a Francesca da Rimini, supponendo chi sa quante belle e care cose , ma per il momento si affrettava a trasmettergli, per mezzo della marchesa Caucei una copia del Monte i'ircello dhe Aleardi mi annunzia di avermi spedito per voi : egli vi è riconoscen-tissimo delle vostre espressioni piene di bornia, ed attende che mi scriviate il titolo delle opere dei fratelli Ballerini [editori in Ve­rona] dà voi desiderate. Egli andrà superbo di fare qualche cosa per voi . Anche nell'ultima lettera si torna a parlare di lui. In questa per intanto la contessa dà curiosi particolari su Amico Bic~ ci e su Matteo, il futuro traduttore di Erodoto**' Rispetto al mar­chese Amico Ricci, potrei dirvi a votee tante cose: certo è ch'egli ama e tiene qual figliuolo il nipote Matteo, il quale è di opinione al tutto .diverse da quelle dello zio, e forse non s'accorderanno nep­pure in letteratura, avendo io a caso saputo che il marchese Ami­co non consulta il nipote sopra i propri lavori. Sono stimatissimi l'uno e l'altro. Lo zio intraprende la pubblicazione dell'opera che lo occupa da tanti anni. Quale ne sarà la riuscita? . Ma nella let­tera ultima, dell'8 ottobre '57, si torna, come testi- dicevamo, a parlare dell'Aleardi e si promette l'invio a ISfapoli di una storia dei Corsi lei (Jregorovi H8, che la contessa-ritiene debba assai interessare l'amico. Aleardi pubblicò un canto che s'intitola le prime storie; ne ho qui una copia per voi: sono sicura che vi piacerà assai; la consegnerò al conte Agucchi unitamente, alle opere in verso e in prosa del conte Bennassiù Montanari, mio cugino, ultimo fra gli Arcadi come vedrete; egli vi offre i suoi libri in segno di quell'am­mirazione che tutti vi devono. Ma, tornando ad Aleardi, fra non molto vedrete un altro suo canto stupendo, donato a me, intitolato;