Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <452>
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ffiocmnlo Zaffarti
figlia; quasi tutti i più illustri letterati romagnoli della scuola, neoclassica e il- Leopardi ; tra i forestieri, lo Chateaubriand, E Seribe, re Luigi di Baviera ; e poi il Byron, Ipd' Brougbam, il Bus-sei, che nel *66 racconta il Masi -, ospite in Bologna di Marco Minghetti., volle rivederla, e ne tomo commoso e ringiovanito. In una sola cosa pare che la Martinetti non avesse molta ventura us-É. nella sua vita coniugale ; non per causa <É marito, ma perchè a vita di lei come moglie ci appare nuda, fredda, bramosa di affetti diversi da quelli che le sovrabbondavano d'intorno.
Quante dolci parole sono da lei dedicate in un suo romanzetto-epistolare, al quale accenneremo più olfcMg è; che mi iMÉÉ>-coifctè-ner moltissimo di autobiogiiafi'o e delle amicizie sue, al ritorno delia primavera, e alla vita campestre 1 e come graziosamente tratteggia una serie di ritratti, maschili e femminili, che dovettero essere creature vere da lei conosciute e osservate nella sua vita di società, f Anche uno tra i suoi passionati idilli è velato da una malinconia che a tratti s'addensa. Spuvent dice nel primo Idylle- d'Ame­lie je me roule sur la terre en invoguant la mort, mais la erneìle 1. elle est sourde a mes cria (68). E vaghe, tenerissime, sono le sue meste e geniali fantasticherie sui fiori (69). Si vede che nell'animo* di lei era molto rimasto del Gessner e di Bernardin de Saint-Pieiaro .i anzi dal tuMo insieme-, e della sua bellezza, formosamente Màssica e colorita, e dell'epoca dei suoi maggiori trionfi e relazioni, che fu quella di un intenso neoclassicismo, e della sua Cultura imbevuta di elementi illuministici francesi mescolai a un po' di classicismo, * mi riesce di meraviglia osservare la viva sincerità con la quale ella sentì il romanticismo e con la quale s'indugiò sui principali ingre­dienti romantici: il pallore, la tisi, la malinconia, i cipressi, e la musica, sulla quale ritorna spesse volte con notabili pagine.
ìffata (1781) da un conte Bossi in Lugo, la Ooicnelia era andata soverchiamente giovine, sposa in Bologna a un valente ingegnere, Giambattista Martinetti, che eseguì opere notevoli in quella citta e a Roma. Non ne ebbe figlioli, sicché potette Intieramente dedi­carsi alla galanteria e agli studi, sia donneschi sia severi, condu­cendo rana vita nella quale il maritò non comparisce neanche come Safari!ite- di quell'astro fulgidissimo. Si osservi dalle lettere qui rife­rite come non sia mai di lui una parola, un saluto, un'allusione, an­che minima.
(*) Pagg. 1X8J19-(00) P<igg. 80*88.