Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <463>
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per avermi onorata mettendo il mio nome in quella pagina così bella ed affettuosa scritta pel nostro Marchetti. Sono stata molto sensibile e dirò anche gloriosa doli'tutore che mi avete compartito. Per compimento a tanta vostra bontà-, avreste potuto unirvi anche una vostra lettera, ma spero che questa mi giungerà- quanto prima... Datemi le vostre nuove precise e quelle della vostra consorte; ditemi se vedete più spesso il vostro fratello ora che abita più vicino a voi... ditemi se siete ora circondato da molti amici, da Scalamandrè, e se jScittamamiie e l'abbate elegante vengono spasso a trovarvi-. Perchè non poss'io venire da voi per far insieme lunghi dialoghi? Mi sono sempre presenti i molti che insieme abbiamo avuto nei passati an­ni . Sul finire di quell'anno la contessa venne colpita da un gra­vissimo male agli occhi. Il 15 gennaio del "53 l'amica Gozzadini seri* vendo al Trova gliene dava la notizia : là Martinetti ebbe la sven­tura di perdere la vista, e sembra che nulla guadagni dall'opera­zione della cataratta g essa, non vuole che si sappia il suo male, lo tiene nascosto anche agli amici più intimi, e si priva della loro com­pagnia affinchè non siano testimoni della sua cecità. Questa è una seconda miseria ch'essa s'impone . In una lettera del 6 marzo '54 però ne partecipa notizie migliori : furono smentite le voci che la contessa Martinetti avesse per sempre perduta la vista ; essa, dopo 10 mesi di cecità e malattia, è ora sana e vede in modo che può gi­rare sola pel la città con franchezza, occuparsi di lavori e non dà sospetto d'essere stata cieca. Ciò non ostante, eMa non trascurava di corrispondere con l'amico napoletano, al quale anzi è indirizzata la lunga lettera che segue. Il Gapomazza, cui ella ricordava la propria stima ed amicizia, è Carlo Gapomazza, dei marchesi di Campolat-taro. figlio del Presidente della Pubblica Istruzione, di princìpi schiettamente liberali benché figlio di genitore borbonico. Studiosis­simo, era fervente ammiratore del Troya, e aveva intrapresa una storia dei Normanni che taluno dice importante (78) ; ma ebbe la ventura di morire ancor giovine e, dopo morto, l'altra che i suoi manoscritti andassero dispersi.
Bologna, 11 23 del 1853. èlio varo amico, La vostra lettera mi ha al sommo consolata polche mi date eosl buone nuove della cara vostra salute. L'avere abbandonate le cure marine Internane
(78j px GrcuiOB, 0, Trova, V- 130, n. 2.