Rassegna storica del Risorgimento

TROYA CARLO
anno <1930>   pagina <464>
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Riccardo Zagaria
dovi nella città credo abbia contribuito al vostro miglioramento. Coltivate adunque la salute, poiché è il vero beiie de lisi vita, e che è la vera California per vivere lietamente.
Mi rallegro assai assai sentendo ehe di frequefinjfedete 11 vostro bravo-fratello. Potessi io essere testimonio delle vostre dolcezze di famiglia, che in vero sono le più care della nostra' vita. Mi rallegro poi anche di sapere che !tt Trevisani e il Oapomazza vi sono fedeli amici. E* vero che il Trevisani la do­menica vi abbandona, ma sono certa, che il lunedi ritorna a voi pia a.nsdoBO (rie) di godere della vostra compagnia. L'abbattno e proprio galante perchè-possiate vederlo di frequente. A questi tre vi prego ricordar loro In mia* stima ed amicizia. Alla cara Giovami ina direte molte cose cordiali, anzi affettuósis-sinie. Quanto a Scalaunmdrè mi figuro sia immerso, anzi sprofondato, fiellà. metafislca, e perciò dimentica gli amici: assolutamente non voglio pensar male del suo cuore. Imparate per sempre che io non vi scriverò mal (cose) triste, è abbastanza il sopportarle. Vorrei poter venire a pranzo da. volli 3?ultinv0 giorno di Carnevale come feci già due anni sono, e vi era il Calabrese, c3ì'i se è sempre vostro amico, gli farete ì miei complimenti; ma io pur tròppa non posso venire a farvi una visita. Io sto a Bologna tì godere la bella neve che oggi cade con abbondanza. Quanto poi ai due libri che aveste la bontà d'inviarmi, vi dirò che questi due volumi non sono altrimenti simili. Uno è il volume di storia, e l'altro è il volume che contiene il Codice Diplomatica-Longobardo, nella cui prefazione parlate tanto affettuosamente del Marchetti
Oh, che gran simpatia io sento per Abd-el-Knder. Quanto mi duole di non' esser stata a Parigi per vederlo, amirarlo (sic) e specchiarmi nei suoi bril­lanti occhi.
Continuate a darmi le vostre buone nuove* tocche desidero ardentemeftifcW
A chiarimento del penultimo incìso, bisogna ricordare che do­po la conquista di Algeri (giugno 1830), conseguita alla baldanza insolente di quel bey verso i francesi remiro Abd-ei-Kader resi­stette per vari anni infliggendo gravi perdite ai francesi (1834-40'. e mettendo in serio perìcolo la stessa Algeri. Allora i generali BOTI*-geaud e -Lamoricìère gli mossero una guelfa di stcruiimo, e, impa­dronitisi di Muskara, sua capitale, lo costrinsero a cercar riparo nel Marocco. E poiché egli, coi Cabilì valorosissimi e ostinati, seguitava la guerriglia, il duca d'Aumale (1847) lo indusse a deporre le armi promettendogli la libertà; ma il governo francese non ratificò il trattato, e l'arabo venne condotto in Francia, dove rimase lunga­mente prigioniero, esposto al pubblico.