Rassegna storica del Risorgimento
TROYA CARLO
anno
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1930
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pagina
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471
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Lv amiiwatrioi di Carlo Troya fftl
dine yen la continua memoria che conservate di me. Vengo ora a domandarvi notizie esatte della cara vostra salute, e per essa faccio molti voti col rinnovarsi dell'anno, che vi auguro felice, e molto più felice di questo 5T nei quale so essere voi stato ammalato dopo aver passato alquante settimane in campagna.
Scrivetemi una lunga lettera perdio voglio conoscere le vostre occupazioni, le visite che ricevete, e se avete del fedeli amici. Nessuno pia di voi il merita.
I coniugi Gozzadini stanno bene, vi saiutano e si occupano assai della cara loro unica figlia che riesce assai bene e forma la loro delizia'.
Vi saluto, mio caro Troya, con tutto l'affetto, <g vi abbraccio insieme alla cara Gostanzina, e sono
Vòstra Amica. 81 R. Martinetti.
La lettera successiva, da Roma, 17 marzo (1858), è presentativa di un tenente colonnello, Muletti, di passaggio per Napoli. A Roma, soggiunge la contessa, ogni volta che vedo la kluchjessa Lancei-Iotti si parla di voi lungamente. So che la vostra salute è buona e che il bel maggio qui vi porterà. Mi è dolce sperare che il viaggio lo prolungherete in giugno sino Bologna. Tale fu la vostra promessa, che annunziai ai vostri amici, e siete in debito di mantenerla!
Eeco ora la lettera 16, da Bologna, 5 maggio 1858 : è piena di affettuosi sentimenti e parole, e non abbiamo da anticiparle od aggiungerle alcuna illustrazione.
ilio Giura Amico,
Questa è la terza lettera che-Vi'scrivo, e voglio sperare che essa non rimarrà senza risposta come 6 accaduto alle due prime.
Vi accerto, mio Caro Antico, che sono desiderosa, impaziente ed ansiosa di avere vostre nuove e potete ben credere che il mio cuore le brama felici. Ora voglio conoscere esattamente e veridicamente due cose: lo stato delia* cara vostra salute, ed il motivo del vostro crudele silenzio.
Aspetto dunque una vostra lunga lettera, che se ella mi recehera (Ho) buove nuove della vostra salute, e mi assicurerà che voi non vi siete scordato di me, ma che soltanto un poco di poltroneria vi h* impedito di scrivermi, allora mio caro Amico, sarò lieta delle vostre buone nuove e sarò pronta a perdonarvi tanta pigrizia.
Parlatemi di Gostanzina, ed abbracciandola per me ditele che mi ricordo sempre le di lei bontà. Ma ella aveva da' voi Imparato ad amarvi. Scrivetemi