Rassegna storica del Risorgimento

ROSSI GIUSEPPE ; RODI GARGANICO ; CARBONERIA
anno <1930>   pagina <487>
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Un dimmiwato dannegyiutu politico /{odiano 487
11 giuramento non mantenuto da Ferdinando 1 suscitò un gran malumore, onde la Carboneria, che tendeva ad un regno d'Italia li­bero ed uuito, o quanto meno aspirava ad un,governo con riforme costituzionali, maggiormente aumentò di numero. D'altra parte maggiori misure precauzionali il Governo prendeva a reprimerla, opponendole altra setta detta dei Cai derari, creata dal principe Oa-uosa. e dei cui affiliati alcun nome di Kodiano è a noi pervenuto. Quelli Che erano sospetti di patriottismo venivano segnalati agli sgherri borbonici, i quali di notte entravano nel santuario delle loro case, e mettevano sossopra ogni cosa, al fine di scovrire qualche in­dizio. Le spie non trascuravano la loro opera, ed il 13 dicembre 1817, con riservata 2?. 755, veniva rimesso all'Intendente di Capitanata un ricorso anonimo contro Michele Sala e Michele De Nunzio di Rodi, che nella drogheria di Giacinto Guglielnielli parlavano d'un cartello sedizioso trovato sulla porta della chiesa parrocchiale (3). Altra let­tera anonima in seguito designava Giuseppe Rossi autore del sud­detto cartello, per cui egli venne arrestato e condotto a Napoli nelle carceri della Vicaria. Dalle ricerche fatte nell'archivio provinciale di Capitanata non si rinvenne questa notizia, forse perchè era se­gnata nei fascicoli dispersi. Essa però è avvalorata da un copialet­tere riguardante la corrispondenza che aveva il canonico Giuseppan-drea Bossi con l'avvocato di Napoli Francesco Lauro, difensore di suo fratello Giuseppe [4t il quale dalla polizia veniva qualificato per effervescente e temibile carbonaro.
Ma tante vessazioni non valsero che a far propaganda sorpren­dente a prò della Carboneria, la quale entrò finanche nel corpo de. gli eserciti, di cui il generale Guglielmo Pepe era l'anima: la gen­darmerìa divenne impotente a reprimere le aspirazioni finché in tutti i paesi del Gargano si sollevò alta la voce della Carboneria, ed apertamente vi si costitirii'ono le vendite (5),.
(3) AreU. di Caplt. fogl. Vi, anno 3*18. estratto da E. Capo (La Carbone­ria nella Capitanata).
(4j Rinvenuto in un cassone posto nella soffitta della casa di Antonio d'A­nelli, uno degli eredi dei Kossl.
(5) Furono per prima Gran Maestri: della Vendita di Montesnnt angelo, Domenico Giordano* di Vieste Emanuele Abruzelul. di S. Giovanni Rotondo1 Francescantonio Venfrellu, di S. Marco tu Lamie Leonardo Ceri, di lUgnano Blaglo de Maio, di S. Nicarulro Angelo Colletta, di Vico Luigi del Conte, di Apricene: Donato Itoollcelli, disunite! In Tommaso Agricola, di Peschici Anto­nio Miraglio, di Cagliano Nicola di Monte. (Mancano nottole della Vendita di Carpino).