Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; TERRA DI BARI
anno <1930>   pagina <497>
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il modesto ufficio di Segretario Generale della Amministrazione Provinciale di Bari, mentre al secondo gli elettori del Collegio di Acqùaviva conferirono il mandato di loro rappresentante al Parla­mento Italiano nella settima- Legislatura : ma egli non vi ottenne la convalida ignoriamo per quali ragioni.
Mentre le porte delle prigioni si richiudevano alle spalle dei di­sgraziati condannati, P Autorità giudiziaria portava rapidamente a termine la procedura contro i sette latitanti, previa la spedizione del cosidetto mandato contumaciale, cui, come facile supporre, 1 colpiti, già riparati all'Estero, o nascosti in luogo sicuro, si guar­darono dall'ottemperare. Anzi uno dei sette contumaci, Federico Quinto da Corato, eira- già stato arrestato nella sua città natale fin dal 28 marzo 1849, e poscia liberato a furor di popolo dalle mani dei gendarmi clie avrebbero dovuto tradurlo nelle carceri del vicino Oomune di Andria, imbarcatosi clandestinamente Jftrò a Corfù, dove morì dopo qualche tempo.
Fra gli altri contumaci, oltre il predetto Quinto, figuravano i nomi dei due Delegati di Altamura alla* famosa Dieta di Bari;, poi entrambi eletti a far parte del Comitato Esecutivo di agitazione, Vincenzo Sabini e Lnigi De- LanrentiÉ;
11 relativo processo, data l'assenza degli accusati, si svolse, rome è facile comprendere, in un'unica udienza, quella del 23 luglio 1852. I titoli di imputazione erano i medesimi degli altri: 1) pro­vocazione diretta a cambiare la forma di governo ; 2) associazione illecita; 3) usurpazione di titoli e funzioni. Le leggi procedurali na­poletane ammettevano anche per i contumaci l'assistenzai dei difen­sori, e di questa facoltà si avvalsero alcuni di essi. Sedeva al banco della difesa Favv. tìvanni Sabini insieme ad altre notabilità del Foro Pugliese (5).
La Gran Corte Criminale risolse di condannare tre dei maggiori imputati : Quinto, .Nlsio e Curzio a pene variabili fra i 24 e i 30 anni di ferri, per' il reato più grave; provocazione diretta a cam­biare la forma di governo, e contrariamente alla requisitoria del Procuratore Generale, che chiese la condanna del Sabini e del De Laurenilis per i reati minori di usurpazione di titoli e di associa­zione illecitaj li dichiarò assolti.
Evidentemente alla distanza di oltre quattro anni dai fatti che
(5) Dopo 11 18(10 fu deputato del Collegio dfl Altauiuru al Parlamento Italiano dorante la IX Legislatura.