Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SETTIMO RUGGERO
anno
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1930
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pagina
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504
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critica, anche ÌMÌ*'IU> hi sua tendenza all'autonomia, non era mollo ben vista, ed era considerata inizi come un'ulteriore suddivisione negli Stati italiani, conti-aria al moto di accentramento che già <" ininciava a l'arsi Strada.. La situazione era difficile e* fu tnaggfuP-mente aggravata dai pericolo di una riconquista da parte di Napoli. Messina, malgrado mia eroica resistenza, cadeva, per colpa prinet-paliueute dell'organizzazione delle forze militari dell'Isola; fu questa anzi la causa prbna del fallimento della rivoluzione. Le truppe oorboniche guadagnavano sempre pio terreno, la libertà della patria era in pencolo, se si voleva tentare di salvarla bisognava ricorrere ai mezzi estremi. In quell'ara tragica forse l'unica soluzione possibile e conveniente sarebbe stata la dittatura, mancava però l'uomo. Settimo, che rappresentava il capo della rivoluzione, non era adatto sia per l'età avanzata, sia anche per la innata ripugnanza alle decisioni troppo repentine ed audaci. H 15 maggio le truppe regie vittoriose, malgrado un tentativo di rivolta popolare, occupavano Palermo e la Sicilia ritornava ancora, come una volta, sotto la tirannia del Borbone. Ma la rivoluzione del '4S segna una tappa luminosa nella nostra storia, poiché non era stata una semplice parentesi priva < conseguenze, ina era servita di monito e di esempio ed aveva preparato l'isola ad una non lontana e più eroica riscossa.
Negli anni dopo il '48 l'idea che la soluzione unitaria fatta per opera del Piemonte fosse runica conveniente al problema italiano si va più chiaramente delineando. Ciò si deve ai fallimento del sistema mazziniano, per cui si capì che le cospirazioni e i moti insurrezionali isolati immolavano delle vittime senza speranza di rag pungere lo scopo, per quanto potessero servire a mantenere vive le aspirazioni verso un'avvenire migliore. Inoltre l'orientamento verso il Piemonte era determinato dalla tolleranza del suo governo per gli esuli di tutte le regioni d'Italia e dalla politica lungimirante del suo grande ministro. La maggior parte degli emigrati siciliani, frazionati in autonomisti, in repubblicani, in moderati unitari, in moderati federalisti, superando odi e passioni e ponendo al di sopra di ogni dissenso personale e di parte l'amore per la patria comune, finirono poi. non senza sforzo, eoi sacrificare le aspirazioni auto-nomiste. per le quali tanto avevano lottale sofferto, e con l'aderire
alla grande idea.
Vi contribuirono molto i saccessì diplomativi del Piemonte, clic