Rassegna storica del Risorgimento
BOLOGNA ; TALENTONI BARTOLO
anno
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1931
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Giovanni Ma ioli
lettera era tata aperta, humaghmi ehe anche agli altri fosse aeeadnto, altrettanto;, difatti, parlato cogli mici, me lo confermarono, fi seppi mire dagli impiegati della ixwfca, nostri amici, che Austriaci, carabinieri e polir ziotti, stavano nascostamente nell'ufficio postale, dall'apertura alla chiusura, aspettando sempre quegli che andasse a ritirare la fatai lettera in elfra; ma le loro concepite speranze andarono deluse.
Io, poiché eoll'assentarml dal paese, per i molti miei affari, avrei recato troppo danno alla famiglia, credendo scongiurare il pericolo dell'arresto egualmente, risposi cola lettera al Valzania, in modo piuttosto acre> tlleen dogli che non volevo saperne dì cose politiche, ,e ohe scrivendomi altre lek tere glie le avrei ritornate senza leggerle. Il mio strattagemma non giovò; dopo tre giorni, essendo sulla porta del caffè detto dei Nobili, appoggiato alle mie grucce, vidi quattro carabinieri venirmi apprèsso, ed- invitarmi a seguirli. Mi condussero al loro qu<u:tiere, e* -Stopopoche WS* UJ.I fecero salire in una-carrozza chiusa, e, con la scorta di quaipo .carabinieri,; pB-viarono verso Bologna Si fece sosta a Forlì e si pernotto "a OtìjSftèi Siin Pietro, La mattina seguente arrivammo a Bologna e. M condotto nelle carceri della Carità. Passate driji; ore <9i<Ja vennero due sconosciuti vestìtffi! "* borghese; mi levarono le grucce mi misero le manette, spmgendóod>. perchè camminassi; ma, mancandomi l'appoggio* caddi stramazzoni per tìsÈrèL Afe lora quei cannibali, consfeataaniÈlO: .la mia Impotenza,; e con nSOl garbo, mi alzarono, e. se v<MWP olift camimnassi, fu necessario ievartfuii le* manette e ridarmi le grucce. UfifaitM carrozza ci attènde M plJJia,'ii inej salirono due pillarono dentro;; poi, a graai trotto,, mi condussero :M quaffitisae: S;.. inese, 'abitato unicamente da tedeschi, e- :<fcvej tenevano? rinchiusi i de?, tenuti politici che loro credevano maggiormente; compromessi; ed ! nieite-vauo la; pera ogni spelei di torture, al inorali che matéthtSv per strappare
fattomi .dCéoderè illa 0mzzù., passando dal coife stó> un portico, mi condussero in un cal'Ceréi.jeh.o si >otrehbe chiamare piuttosto caai.-ÌUÌRV- osseniflo.' prfi bassa, lltól, ;gorl:Ìca.to. Il muro di, faccia all porta, óra rincalzato dall'orto soprastante la flnetoiccoXat eu:e-etera netPorto. .era ade-itetila? alla sonimi 40ji volto, sbarrata da tre ordini 4; ferriate, 9 da una finii ix di fljo di rn*o; poi, da una. laulfa di legno che iénlvn appoggiata ài", piano terra doii'ortOj MiMùtoitifo amene di giorno;.' conveniva; tenere accesa
Ó' Sì vifOmiiàMEI meilio le deaeptzlMd he d'hanno lasciato Filippo; an.r zn ni, Filippo Min urei lì e yiovuiuil ttigld ili-' Principi Lambertini: gies*u-ttmo sopwttwitei ella relazioni* manoscritta da lui lasciata sul Moti 1852*18158 .-.rirvn nei Muse*, > fòalogna.