Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; MILLE (SPEDIZIONE DEI) ; SICILIA
anno <1931>   pagina <103>
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XVIJI Oonyrso Sociale di Patminc 103
emigrati a Genova e a Torino, si scambiano lettere (li irrefrenabile concitazione elle alimenta a mano a mano che s'incrociano notizie sensazionali fatte per abbattere 0 per rianimare le più audaci spe­ranze.
Di fronte al pensiero della patria lontana in pericolo i più. co­raggiosi sdegnano ogni; distinzione di colore politico-;: icavouriani, maz­ziniani, autonomismi son presi dalla smania di accorrere al soccorso : La Farina da un lato, Grispi dall'altro, il Conte Michele Amari per parte degli autonomisti, moltiplicano la loro attività. L'Amari è Jaòsto a capo di un comitato per raccogliere fondi in aiuto dell'in­surrezione ed egli è l'amico intimo del Marchese di Torrearsa clièj non più tardi bell'agosto 18S9, si era recato a Parigi e a Londra per invocarvi dalla diplomazia un sostegno alia, costituzione siciliana del 1812. Dirò di più : fra i firmatari della lettera di ringraziamento che alcuni emigrati scrissero al Torrearsa per la missione compiuta (Genova 1* ottobre 1859) doviamo'con l'Amari suddetto (da non con­fondersi con lo storici) anche Alessandro Giaccio, che doveva sosti­tuire il Carini nel comando della sesta compagnia dei Mille. E fra i Mille doveva trovarsi anche un nipote dell'Amari, Giuseppe Bracco che aveva gli stessi principi dello zio sacrificati per il momento sul­l'altare della patria al punto di baciare e abbracciare prima della partenza il La Farinià clìe.,, fra gli autonomislL, era considerato peg­giore avversario che fra i repubblicani*
Ed era precisamente l'autonomista, non ancora convertito, Fi­lippo Cordova, che, il 9 maggio scriveva al Marchese di Torrearsa: La non partenza del La Farina fu ragionata come effetto della <c preghiera di Garibaldi che restasse almeno qualcuno capace di raCr cogliere mezzi per le nuovjipedizioni .
Bimane assodato che la partenza della schiera dei Mille fu de­cisa principalmente per la risolutezza dei Siciliani. Lo stesso (gene­rale, nelle sue memorie autobiografiche, ne da- testimonianza inecce­pibile: Crispi, La Masa, Orsini, Qalvin Castiglia, gli Orlando, Carini ecc. trai Bacili ai ni, furono ifervidhssimi pei* l'impresa . E piando, in seguito .il famoso telegramma di Fabrizì, Garibaldi s'era deciso di abbandonarla, confessa che essi erano ancora decisi di tentare la sorte almeno per verificata le cose sul fèpèfo stesso della Sicilia ,