Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; MILLE (SPEDIZIONE DEI) ; SICILIA
anno <1931>   pagina <112>
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tia? XVIII Congresso Sociale di Palermo
del l'arco; dui-ante la quale, Giordano Orsini e Salvatore Cantigli fanno miracoli per salvare l'artiglieria. Ma, anche al Parco, sover­chiati dal numero dei nemici, I Mille e le squadre clic vanno con loro non possono resistere a lungo e son costretti a ripiegare su Pianai dei Greci, dove Garibaldi avrà l'intuizione geniale di spingere Gior­dano Orsini coi cannoni e coi bagagli per la via di Corleone e Giub­ila na, dirigendo invece il forte della sua schiera per Mari ti eo e Mi-silmeri, a congiuugeri coi picciotti raccolti dal La Masa a Gibìl-rossa.
Marciano con l'Orsini, il Forni, il "Velasco e Achille Campa e lo accompagnano per buon tratto Gastiglia, Musticw e Vitale incari­cati di raggiungere Sciacca e trasferirsi di là a Malta per racco­gliervi le armi che si spera il Fabrizi tenga ancora serbate.
Siamo al famoso bivio : se convenga assalire Palermo o ritirarsi in un luogo fortificato dell'interno. La Masa, incitato anelie da una lettera di Giordano Orsini, insiste perchè si tragga profitto dell'in­ganno inaili è caduto il nemico, ormai intento a inseguire l'artiglie­ria, nella supposizione di avere dinanzi a sé tutto l'esercito garibal­dino. Qual migliore occasione ili assalire Palermo sprovveduta delle migliori truppe guidate dal Von Mechel e dal Bosco?
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Garibaldi, scartato il piano di Sirtori, s'attiene a quello pro­pugnato da La Masa e dai suoi capì squadra e il 27 maggio irrompe su Palermo. Carini, Fuxa e Calvino fanno, al piamo entrare, prodigi di valore. ;Nei combattimenti successivi, distinguono alla presa della porta Montate Giuseppe Campo e Nicola Bensaia comandati da Alessandro. Ci-a.-c.cio die dice l'Abba non era tempra di <i uomo di guerra ma da dar la vita pei' qualche grande onore ; sì, <i sarebbe stato capace di ber la cicuta e morire conversando di cose a alte e pure in mezzo a quei suoi militi che, lui presente, si senlà-a tono sempre come avvolti di ua'aura casta purificatrice . Una fe­rita che non potò più rimarginarsi e, dopo vari anni gli cagionava la morte, toccò Giacinto Carini a Porta di Termini in uno scontro con le truppe di Von Mechel che tornava scornato dal vano insegui­mento di Corleone.
Ma i Siciliani dei Mille piansero nei combattimenti di Palermo la ferita mortale di Giuseppe Haceari, colpito da una palla di sttoi