Rassegna storica del Risorgimento
1860 ; MILLE (SPEDIZIONE DEI) ; SICILIA
anno
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1931
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pagina
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121
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XVIII: Congresso Ruotate di Palermo J2r
Non vorrei che eoiTesse per le vene dei nostri ospittypcnutì da tante? partì d'Italia, un brivido di ra<*c.iripcio: nel l'ini ire pianta smemoratezza abbia dimostrato la nuova patria versowsapiàfiei per essa compiliti : non vorrei sojpra tutto che si facesse, in. merito, un tacito rimprovero annesta superba < ittia di Palermo che Iia diffuso per tutto, nei monumenti di San Domenico e nelle sue piazze e/ nel suoi giardini i busti e le statue degli eroi siciliani e delle altare parli d'italia. Anzi a me, romagnolo e settentrionale, sia permesso il dire che ieri non ho udito con pieno .consentimento l'elogio che il nostro* valoroso ed amato segretario della Società. Nazionale ha fatto di; Sfilano preponendola pei patriottismo alle citta sorelle.
Per me hanno avuto tutte pagine sublimi di storia e di abnega-zioneeroica; ma, diciamolo francamente, anche pagine di imperdo-nabile oblio ed io potrei leggere una lettera diretta dalla moglie di Amatore Sciesa a Francesco Oiispi che fa pensare altacttanto e forse-ipiù di quella scritta da Ippolita Riso. E perchè non dovrei leggerla?' Siamo forse adunati m questa sala per altro scopo che non quello di far ricordare le pagine piti cocenti della nostra ipjjligif Ber lousfeuna Francesco Grispi ebbe per molti e molli {e anche pei suoi nemici nonché pé? i nostri danneggiati (olitici) un cuore veramente magnanimo il documento in parola onora, come mille aRÉiancora sconosciuti, pia che la sua arte di governo la sua umanità squisita. W doloroso però che la Milano, ricca di censo, che accoglieva Francesco Orispi a fischiate, ricevesse dall'uomo, tanto combattuto dal moderatume, dal radica-lume e dal clericalnme lombardo, una lezione cosi semplice quanto profonda.
La tetterà della vedova Sciesa reca la data di Milano, 9 dicem-hre 18S6 :
.Dal giorno della fucilazione:idi mio marito, è incominciata per ine una vita di patimenti e di lotte colle più estreme necessità, che durò trentaeinque anni. Prostrata dai dolori e dalla grave tètày non invocavo più che Ja morte troppo tarda a venire e sarei scesa nella fossa senza rammarico confortata dal [pensiero che vinta è la causa per la quale il mio dilettissimo Amatore si sacrificò- Ella ha yo- luto i miei ultimi giorni sorrisi dalla pace e dagli agi : grazie dal cuore Luigia Sciesa.
Butti lacrima* varimi ! la nuova età non permette che tali lagrime-si rinnovino i
Molto altro avrei da aggiungere se il mio discorso non avesse