Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; DEPRETIS AGOSTINO ; SICILIA
anno <1931>   pagina <141>
immagine non disponibile

SVI II tàmigritmo sociale di Patema M1
Oggi, passali ormai più di 40 anni dalia morto di Agostino Pe-pretis, e svanite le ardenti passioni che travagliarono la vita poli­tica di quel tempo, possiamo, fini la scorta dì documenti trovati e studiati, valutare, eoa animo sereno l'opera del DepretìéV nori solo durante il suo breve governo della Sedila, ma anck nel glorioso trentennio 1830-1860, nel quali si maturarono l'unità e l'indipen­denza d'Italia*
Dal ISSI ai settembre 1860 date che segnano i limiti di un mio stùdio (dal quale traggo appunto questa breve comunicaziouel tutta l'azione del Depretis tese aopra tutto a favorire la vittoria dei due principi unitario e liberale, che egli aveva abbracciato fin dalla sua prima giovinezza]} e jfg S quali combattè: una lunga e strenua battaglia militando efficacemente, come deputato e giornalista, nelle file del partito democratico subalpino duranti- il decennio 1849-1859.
E solo quando (falliti ipraticameuite i metodi mazziniani e ve­nuta la monarcliia abilmente incontro alle aspirazioni della demo­crazia) la politica cavurjana fece nascere speranze in una prossima risoluzione della questione nazionale, allora anche il Depretis ac­centò con i democratici di; collaborare col conte di Cavour per il conseguimento del fine comune. Così l'anno meraviglioso della no­stra rivoluzione, il 1860, doveva trovare il Depretis prima al posto di governatore di Brescia e poi a quello importantissimo di prò dit­tatore della Si(gSia.
E' noto ormai il duplice e fine atteggiamento del Conte dì Ca­vour verso l'Europa consètatriCÉ 'Vèrso la rivoluzione, -clic; nel maggio 1S6Q, faceva da lui incoraggiata 1 piùmi passi nell'Italia meridionale. È' noto pure che, subito dopo le strepitose é( jfaspet-tate vittorie garibaldine, il COnfe; di ÉMfl' vpie èm apprensione divampare il fuoco rivoluzionario in tutta l'Italia, del sud. Iolatti. gli attivissimi agenti diplomatici e gli informatori segreti, elle egli teneva, in quasi tutte le citta del Mezzogiorno, rivelavano al primo ministro che il debole Regno 11 Napoli non avrebbe potuto resistere all'incendio provocato dalla scintilla .'garibaldina, e che, presto ò tardi. Finterà Italia meridionale sarebbe caduta nelle mani di Ga ribaldi e dei suoi eroici seguaci, i quali avrebbero avuto cosi la POS* sibiiità di iniziate queir invasione dello stato romano che era poi il punto basilare del loro programma. Il Conte di av:our corse su­bì to ai ripari e fece tutto il possibile (senaa badare a scrupoli) per prevenire la rivoluzióne, secondarla, e nello stesso tempo combat? terbi, cospirando a Napoli per rovesciare il governo borbonico e