Rassegna storica del Risorgimento

SICILIA
anno <1931>   pagina <154>
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Però essa è ben diversamente narrata e prospettata 3 alcuni libri, che pure vanno per le mani M "tutti. Così in uno, che ha fatto peri lungo tempo testo nelle scuole, debitamente approvato dal lònsiglio superiore, giunto in pochi anni ad una diecina di edizioni, del prof. Silvio Pacini (rivlitto JB coiTett dal prof. . Rigutini) si leggeJ: Mcóh-w Bisogna sapere che i Siciliani, i quali àévno fatto gran festa alla notizia dei rivolgimenti di Napoli, quando si venne aJJ fatto della costituzione, per le vecchie stizze di Municipio, metten­dosi sotto i piedi la carità di Patria, dichiararono di volerne una separata per loro ; e che non intendevano di esser uniti ai napole­tani,, altro che con un patto federativo. Bisognò dunque che man­dassero là, per ridurli a migliore consiglio, un buon nerbo di truppe.
Oome si vede, tutte queste notizie sono, a dir poco, Puna più inesatta dell'altra-; però bisogna, pure rendere all'autore questa giu­stizia, che egli, jtppo di avere dato al Re Borbone quella lode per il gatrioMico invio del "buon nerbo di truppe, non gli da quella del modo, come creiette di avere ridotto a migliore consìglio questi riot-tosi, che sì erano méssi sotto ai piedi la carità di patria; e saggia­mente tace dei tanti mezzi persuasivi, méssi in opera.:, tra cui le fucilazioni in massa, anche di giovanetti ventenni, ed i tanti eccidii ed orrori della più feróce repressione.
Dopo ciò è facile comprendere, come si facessero sempre più vivi e profondi nell'animo dei Siciliani quei sentimenti, aspirazione alla propria indipendenza e libertà, ed odio contro Re Ferdinando ed i suoi successori, vale a dire contro quei malgoverno borbonico, che pòi fu definito dal biadatone e considerato quindi in tutta l'Eu­ropa civile, come una vera negazione di Dio. Furono ancora tali sen­timenti, che fecero scoppiare i moti del '81 e del *7, e infine -anelli vittoriosi del '48 ed i successivi.
S'àtnralmente l'una -e l'altro via via si accentuarono e modifi­carono per li lievito delle nuove idee, che venivano maturando-per l'agitazione dei Carbonari, per l'apostolato del Mazzini, e pel Mpr>o-gresso dei tempi.
Certo è ben vero, che nell'obbiettivo di quei moti, liberazione* della Sicilia dall'wom tirannide borbonica, era implicita la separa­zione dì essa da Napoli, a cui, come ho detto, era stata cosi fraudo­lentemente aggiogata. Però tale separazione non aveva aliato, cjufl significato meschino, quasi di medlpevale rivalità campami listici (aa Palermo e Napoli, che in (piena mala fede si volle attribuire ad essa dai Borbonici, e purtroppo anche da* taluni liberali, giocando sul-