Rassegna storica del Risorgimento
SICILIA
anno
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1931
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pagina
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158
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x58 JCW/7 Congresso Somale tiri Palermo
Garibaldi, subito dopo (l'indomani stesso) dello sbarco a Marsala. Ed ai fianchi delle scJiiere dei .Mille combattevano pure gli altri volontari delle squadre.
JL Che a prova del valore degli nni e degli altri, abbiamo la solenne testimonianza dello stesso Garibaldi, che l'indomani della vittoria, nei proclama di Oalatafimi parlava non solo dei Uberi figli <, continente, ma anche dei nostri prodi Siciliani ; testimonianza, si aggiunga, di cuf/ suggello il sangue versato dai nostri morti e:-feriti.
3: Che nella marcia da Gibilrossa a iFàjértìiQ, la prima compagnia che passò pel Ponte dell'Ammiraglio fa quella comandata dal nostro Carini, composta in gran parte di Siciliani.
4 Ohe non meno valorosi di essi si mostrarono gli altri (1 3800 e più volontari delle squadre), che erano disposti al seguito ed ai fianchi della schiera dei 750 garibaldini ; e basti rammentare che molti di essi, come si esprime il Pecorini-Manzoni (sulla testimonianza del Turr") fecero prod/igi; e che tra i primi caduti furono tre capi squadl Becco Eg Russa, Pietro Lo Squiglio, Pietro ln-serillo.
5. Infine che all'entrata a Palermo nell'alba radiosa del 27 maggio, quando Garibaldi giunse alla storica Piazza della Fiera-vecchia, se in un primo momento la trovò quasi deserta (è n'è cMarlta la cagione anche dall'Abba), subito dopo si vide circondato, ed 'erano appena di poco suonate le sei. da tale folla, che la piazza Wè era gremita, da non potere contenere una persona di più. Questo scriveva allora nelle sue note uno dei Mille, Salvatore Calvino, dello Stato maggiore di Garibaldi, amene confermato (oltre che dalle note dei nostri diaristi) nelle sue corrispondenze al Wimes dal colonnello Ebe,. che entrava a Palermo, cavalcando al seguito di Garibaldi a 'fianco. di Stefano Ttìrr.
Com'è facile comprendere, non tutti i legionari di GaribaiUlii erano a conoscenza di questi e dì altri particolari, e quindi non- è da meravigliare che molti per questo ed altri per altri motivi ne avessero taciuto. Ed è anche comprensibile, che per qualche spiegabilissima allucinazione acustica o visiva, o per amnesia, uno di lessi, il giovane poeta e romanziere Ippolito Nievc in mia lettera alla sua Bice abbia potnto scrivere, che Palermo all'entrata di Garibaldi poteva ima città di morii, ohi 4 Garibaldini quel giorno erano costretti a correre per vìcoli e per piasfàé :Cvidèii l'èminisceuza del classico per vico* et p'io-teasy ttm qva wno là in cerca dei napoletani