Rassegna storica del Risorgimento

MIELE ANTONIO
anno <1931>   pagina <209>
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cate disgrazie che colpirono la aula società per capire senza che io mi dilunghi, come sono le cose e qua uro. è vero quello che vi dico (12).
Ed un accenno discreto a se stesso lo ritroviamo in queste pa­role : Il vostro tempo é troppo prezioso, perchè io vi dica della mia personale posizione Ne parlerenio a momenti, piò riposati .
Mentre il Rabattino si trova in tale assai critica situazione con­divisa (e come!; dal Cavour, il Fauche compie un atto generoso si, ma che pei- poco non apporta la rovina alla difficile e santa causa.
Il soldato e ragioniere veneto insorgendo contro gli atti uffi-!<ali del Rubattine, si rifiuta energicamente di definire come atto di pirateria la presa di possesso dei piroscafi, dimostrando, é vero, il suo nobile sentire, ma anche quanto fosse impari al grande evento, poiché carità tli patria, se non altro, avrebbe dovuto consigliarlo a comportarsi iu modo più riservato.
Egli invece accentuando il suo atteggiamento aggressivo invia alla Perseveranza di Milano, che avaa pubblicato la notizia della protesta consegnata al Governo, una smentita, nella quale afferma di non aver autorizzato nessun atto ostile al Governo ed a Garibaldi, di non essersi fatto; accusatore delie autorità portuali di Genova, e di non aver accennato all'impossibilità di continuare il servizio po­stale, che avrebbe potuto essère eseguito ancora per mezzo dei rima­nenti piroscafi.
Il conflitto ta?a il Rubattino eil il Fauché sì fa tanto aspro, che il patriota veneto, sotto l'impeto dell'ira, scrive il 16 giu­gno una lettera a Garibaldi, in cui riconfermandogli il suo (proposito di fondare in Genova una nuova Compagnia di navigazione, dichiara d'esserne impedito dal Rubattino, il quale con i suoi atnàM gli con­tìnua una guerra iniqua con la mira di rovesciarlo ;. Il Generale afferma ben sa quale parte egli aveva preso nella eroica sua spedizione e chiede perciò d'essere chiamato in Sicilia alla dire­zione degli affari di Marina (13).
Il Rabattino a sua volta, prima di prendere La grave decisione, che stava meditando, e cioè la destituzione del suo agente, deside­rando conoscerel'opinione - .ciré C'avour si reca aerino ed ai suo ri­torno la sorte del malaccorto suo collaboratore è decisa.
Il 18 giugno, due giorni dopo- ch'egli s'è lagnato neon tàari-
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