Rassegna storica del Risorgimento
JOSEPHSTADT ; LUBIANA ; CAVALLETTO ALBERTO ; MANTOVA
anno
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1914
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pagina
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16
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Giuseppe 8ol41.ro
insieme coi suoi compagni dì supplizio, co. Montanari di Verona, uomo coro e benedetto per filantropia, ingegno e magnanimità a tutti i "Veronesi, ed il sacerdote don Grazioli, arciprete di Re-vere,; caro e venerato da tutti i suoi parrocchiani, non d'altro reo che d'aver unito le doti del buon prete a quelle del buono e sincero cittadino, cosa non coniane fra i preti nostri. Io non potei più abbracciare l'amico, ma divisi dalle guardie, ci salutammo e ci baciammo replicatamente col cenno e colla mano. O sorella, se tu avessi veduto l'angelico sorriso di Tito nel salutarmi, lo sforzo ch'egli faceva a sé per confortarmi collo sguardo,, tu. piangeresti di dolore.1
La vigilia del supplizio chiese lo Speri come nna grazia che gli si permettesse di risalutare l'amico, ma non gli fa concesso. Nell'ultima notte , continua il Cavalletto, perduta la speranza di rivedermi, mi scrisse la lettera che leggerai nelle unite carte; ho veduto e letto la lettera originale per pochi momenti j gli avevano promesso di consegnarmela, ma a costoro ài promettere è facile, il mantenere difficile, quando trattasi di cosa buona ed onesta ..*
Quale ricordo serbasse il Fostrò dell'amico, in cui gli era parso di ritrovare le sembianze del defunto suo fratello Alessandro nei suoi più belli anni giovanili è provato dalla corrispondenza con la sorella e con gli amici, anche negli anni j>iù tardi della sua
1 Lettera, senza data, aliai sorella, già elfo (fflwéo civico di Padova,* Archivio Cavalletto B., n. 3261).
* Ibidem. La lettela; a cui qui allude il Cavalletto, si conserva in copia di HUO pugno nel Museo; éiviioo di Padova. Fu scritta la notte del 2 marzo e fu pubblicata ;damons. Martini, dal Sacerdoti, dai Lazio e da altri ; stimo quindi superfluo riprodurla. 11 Cavalletto non potè mai riavere l'originale, per quante pratiche facesse. In una lettera (ufficiale) del 2 giugno 1853, da Josephstadt, pregava la sorella di scrivere a mone. Martini, perchè ne reclamasse la restituzione dal Comando della fortezza di Mantova. Quella carta preziosa, scriveva, i mia proprietà, e prego l'ottimo canonico a interesuarsì per farmela trasmettere. Potè riavere invece il fazzoletto da eolio adoperato dallo Speri nel giorno della sua morte e consegnatogli da mone. Martini per volontà del defunto, e più tardi, non so come, un. dente dello scosso Speri, la spazzola da lui usata e un volume di Virgilio col ritratto dell'amico>; oggetti che il Cavalletto conservò tutta la vita, e legò poi morendo con la sua biblioteca e le sue corte poli tiene e private, al Museo civico di Padova.