Rassegna storica del Risorgimento

1799 ; SICILIA
anno <1931>   pagina <268>
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a68 XVIII Congresso Sociale di Palermo
diche, rimasero -celebri quelle eli D. Francesco Landolis. .-chierico regolare minore, tenute nel duomo di Messina.
Dalla corrispondenza della regina W Carolina, con il Mar­chese di Gallo, allora ambasciatore del "Re delle Due Sicilie a Vienna* traliWpft.pidella lettera, datata da Palermo, il 13 febbraio 1709> la quale basta a dimostrare lo stifa d'animo della Regina che ebbe parte eminente negli affari; di Stato-t;
Ignoro i dettagli delle scetieraftezze commesse a Jsfòjjpoli. Noa le conosco che ali 'ingrosso, ma ciò mi è sufficiente. Quel ehe osservo, si è che noi qui siamo alla vigilia d'una rivoluzione simile che noi ne saremo ìé ottime. Quanto; a me,- e pottfè meef; in salycf iJ miei figli, con quel poco che possediamo, ne farei volentieri il sacri­fizio della mia vita. Questo è il mio solo pensiero, il solo oggetto dei miei affanni. Se ciò: mi riuscisse, mi curerei poco di cadére sotto il pugnale degli assassini. La morte è preferibile alla via che.mena alle pene ed ai tormenti. In tre giorni, si sono avverate cinque insurre­zioni, provocate dalla scarsezza dei viveri nel regno. I rivoltosi non coutenti di aver ucciso i miJizziotti. hanno bruciato i loro cadaveri1-
Palermo Ìn pieno fermento ed io mi aspetto gravi; avvenimenti -Non vi sono irruppe, né forze armate, manchiamo di tutto, mi aspetto* tutto e ne sono desolata. Qui la seconda casta, quella dei preti è sem­pre completamente corrotta, il popolo è feroce, la nobiltà, più che in­certa e di una devozione dubbia.
Il popolo ed il clero ci lascerebbe partire-,: S noi promettessimo la proclamazione della repubblica. Ma hi nobiltà non ci lascerebbe partire, perchè si vedrebbe perduta. Essa preferirebbe meglio solle­varci, mettersi alla tep dei movimento, è Mi? massacrare noi ed i Napoletani. I perieoìihfc quieitono sOn.immensi e reali. IJensate Quanto io ne soffra..., fi)
Maria Carolina, nella sua immaginazione, èjlìeEla. sua impulsi­vità, vedeva molto pie nero, di quel che era nella realtà delle eose,-I vani pericoli che M 'ojBe* di Sicilia vedeva nello sparuto numero di cittadini, che ejtefio err i primi, la visione della Libertà furono la causa precipua delle persecuzioni e delle repressioni, che tortura­rono i primi martiri siciliani della libertà e del pensiero,,
Palermo, marzo 1*930.
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