Rassegna storica del Risorgimento

1799 ; SICILIA
anno <1931>   pagina <284>
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384. XVIÌ1 Congresso Sociale di Palermo
2708 senza direziono eolia quale ùatto di contessa dice) tòte se iGupqria avesse fatta la paco con luL e;col suo pai*tfto sai*4ÌW)i.k?l;Ato uscito da tanto imbarazzo, ed aTrenhero a fare In suo favore 3a; consulta del Fiscale di Parasta ma giacché s'è reso ostinato e la sua cognata Slnopoli, non ba voluto in V?mn canto ced.é tonno perciò ottenuto a la Consulta; initìlto contraria per Mezzo del Governa­tore, tì idi Fiorenza appunto per farlo esiliare da. San Filippo, soggiungendo, che per atinngare. la sua carcerazione hanno fatto trattenere lai djàla Consulta sino al principio delle Ferie.;
Ma prorato ancora: con dàlversi .testtajona* l'inuimlcizia del testimoni da Santo-Fiorenza, D. Fiilliplo e D. Silvestro Serio, Secano 3. Filippo Scilla, 4ugela Ingallina, D. Pietro Sinopoli, 11 fiì prepoìsito l>. Pietro Mìneo, D. Filippo Serio, il Canonico D. Filippo Giaccone e D. Giuseppe Bortolo, coinè pure la mala fama del Denuneianté D. Stefano Grasso, e che testimonj >;, Giuseppe: Mtìk * ' Antonino Savona, e di Filippo Giaccone, e finalmente ha transuntato agli atti della Giunta una lettera del Barone D. Francesco Minee, il quale dona notizia al Cutrona delle calunnie, che suoi emoli stavano tramando contro ili lui, e procura di sottrarlo dall'Impegno di contrarre, sponsali con D. Giuseppa Fio-senza, giacché per detto motivo Congiontl della stessa erano altamente sdegnati contro di lui.
La seduta dunque di queste pruove ofileaisMe?. e difensive- La Giunta sta per definire la Causa.
D. Giuseppe Pericci Messinese. JS' rubricato di lesa Maestà, perche in gennaio 1790 fu veduto in Napoli da Padron Francesco Bruno, e suoi Marinari: Messinesi, quali affermano, che sendosl portati in detta città, con un carico di Tonnina s'incontrarono con detto di Pericci, che volle danaro in prestito da detto padron Bruno, .questi s'Insinuò al Pericci Idi rinomare, in Messina colla sua feluga, e quello si mostrò pronto.; a quale oggetto Pinci una ni andò coìio stesso Padron Bruno, per-sbrigarsi il passaporto, e mancava una sola firm:i, ma il giorno appresso 11 Pericci andò, lÉÉJ Marina vestito con giamberga bleù, e svolte rosse, benché taluni de* marinari dicono che non si ricordano il colore delle syoliu, con cappello alla Militare, colla nocca trlcolorata hi unione d/un altro vestito di simile guisa, a cui disse il Petfeci; OUtaimm WHÌIQ mlr (È< Padront oke io ti/M posso andare in Messina,.* H quello disse al Padron d'andar­sene, che Pericci serviva la Itcpubiicn, la ornale faceva-molto conto di lui, e nel tempo Iste* parlavano entrambi contro 11 Sovrano, dlceudo,, che in l>rieve sarebbero passaci per le Calabrie in (Reggio, e di là in Messina, dietipio di che sì posero SOPM' .paranza delltf stesso. Padron Bruno, e vollero essere condotti a bordo di una 'fregata, ove Sdamploiiet faceva festini.
Il radette Francesco Bruno poro depone, elio veduto avendo 11 Pericci.ve* stilo in quella guiBa, gli dimandò s'era Glacobblno, e quello KÌspose," ff ftgUó