Rassegna storica del Risorgimento

1799 ; SICILIA
anno <1931>   pagina <287>
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giuridica dello stesso, in. cui conferma ciò, ch'aveva esso giudizialmente at­testato, e viea (mesta deposizione confermata da Notar IV Angelo losca. Sa­cerdote D. Carmelo Piccione* e TV Giìimélb Gurueri.
Riguardo al biglietto del Cantore Glttvfffcto la GJJ, rideyétìà~H" deposizione di costui analoga a taijMglietto, in cui dice, ch'una volta il detto Cantore trovò iti uà. casa il sudetto Canonaco Gamiata con un libro in mano, in cui era incisa una figura laseiva, senza nero saper l'autore del 'libro* ;er la lingua, in cui era scritto,, e;eb,eercò' pin; d'Una voltai aveva licenziato dalla sua casa.
Aggiunge nella sua deposizione il Cantore Giavatto, che da Giovanna Por­celli aveva inteso una volta, che sendo stato a far una visita a D. aerosa Mazzinglia moglie di D. Diego, ch'era ammalata, ed avendo parlato àlTistessa del timore, che veniva a compire pella venuta di Francesi, rispose detta D. Teresa, a.éK'era sempre lo stesso imito] :sofflo 0 Moperno eli Sua Maestà; guanto sotto il Governo di Francese
Dice ancora per bocca della stessa di TPavaccaio, che D. Ippolita Cannata soggiunge a tal proposizione: (Lguanfù bella.La Libertà.)
n Sacerdote; IX, Salvatore: Calcagno dice di aver inteso ciò dalla stessa Favacchia.
La G. Corte riferisce, ch'avrebbe dovuto ricevere la deposizione della detta di Favacchio per legalizar un tal attestato, ma che non lo fece per trovarsi la sudetta Favacchia carcerata in Casa d'ordine-, di Sua Maestà ad istanza di D. Diego Cannata per un libello infamante avanzato da lei a carico dello stesso,. e sua famiglia, e perciò non aveva pensato di chiamar l'attestato di detta di lavacchio stante la sua notoria inimicizia col. detto di Cannata,, e sua famiglia.
S'aggiunge la deposizione- del. Canonaco D. Luiggl Tavacebio, che con­viene d'aver inteso dal Cantore Giavatto, parlando di .cose di Collegiata, che non valeva d'andar in sua casa il Canonaco Cannata, perchè non gli giace­vano.
Il Dr. -B Gaspare Batraco di Uaazara, - detenuto nella Casa di Cor­rezione dietro una generale accusa proposta da Giuseppe Sorrentino, come uno dei vassalli di Sua Maestà, ò rubricato di lesa Maestà con sagrilego dispregglo della divina onnipotenza, essendo tal rubrica appoggiata alle de­posizioni di Maria Glacalone. La guaio rapportando una componenda di tari daodici ch'il medesimo di Barraeo In qualità di Giudice, pretendeva fare alla testimonia stessa per ruscarcerazione del di lei Marito, dice, ch'ella voleva indurlo a contentarsi di tari sei, che poi se l'avrebbe veduto con Dio, A Quél proposizione rispose ti Barraoo dicendo : non mi scantu di Ui> ut isso Diu in peranno.*
Siccome pure v'è la testimonianza di Giovanni Sana Gore, che afferma