Rassegna storica del Risorgimento
GIOBERTI VINCENZO
anno
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1915
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pagina
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735
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Appratii ulta ptìlifitut di Gioberti 786
governo assolato, vi è avversato con vivacità non minore di quella osata contro la democrazia plebeìa . Se questa è detta assurda o funesta , i despoti moderni sono chiamati usurpatori della libertà e dei diritti nazionali, e veri autori delle odierne rivoluzioni , poiché a loro si dee principalmente imputare la colpa di quegli eccessi, in cui sovente incorsero i popoli, per ricuperare la libertà perduta. Gioberti si richiama qui addirittura al De regimine prinoipwn, e ammette che quando un principe offende i diritti del popolo, la sua deposizione (come accadde nella rivoluzione parigina del '30) è lecita per la stessa ragione, ohe negli ordini della giustizia permette o comanda talvolta la morte di un cittadino colpevole j cioè per la salute pubblica !.
Anche nell'Apologia del Gesuita moderno (1848) il filosofo combatte il vezzo di assegnare al diritto per base unica e suprema il volere espresso dei più, come se l'arbitrio degli uomini e non l'immutabile ragione delle cose fosse la radice e la norma sovrana della giustizia . Ma è nel Rinnovamento ohe sviluppa in modo definitivo questo pensiero : la ragiono e non la volontà generale semplicemente, è la legge suprema: onde ragione nel nostro idioma suona anco legge e diritto 3. "È noto come, criticando la dottrina polica di Rousseau, egli l'avvicini e confonda con quella di Hegel; la filosofia hegeliana è per Gioberti l'ultima manifestazione dell'erroneo razionalismo cartesiano, onde l'involge nella capitale condanna che pronuncia contro quest'ultimo. Ogni qualvolta, egli scrive, il sistema di Hegel discende alle regioni della pratica, non può risultarne per le azioni individuali e sociali altra regola che relativa: l'etica e la religione sono distrutte dai fondamenti, la personalità divina e la permanenza dell'umana svaniscono, gli esseri e i loro concetti si riducono a mere parvenze, e in politica il senso volgare viene a conquidere il senso retto *.
'Ivi T>. 62. Contro gli scrittori reazionari francesi, specialmente il De Bo-
nald e il Do Maialare, v. molto ohiare espressioni noi Prolegomeni del Primato, p. 494.
! Apologia del libro intitolato il (Gesuita moderno (Bruxelles-Livorno, 1848),
p. I*X.
Del Rinnovamento oivile d'Italia (ed. Mioolini, Bari, 1913), I, p. 147.
* Ivi, p. 148. Il TOMMASEO disse non senza ragione le oritiohe gio-beriiane ad Hegel (nella Sfritta contemporanea, IV, 1855), ma retiuivooo fu