Rassegna storica del Risorgimento

GIOBERTI VINCENZO
anno <1915>   pagina <736>
immagine non disponibile

Baiamente Gioberti è stato altrettanto poco felice Bell'interpre­tazione di un sistema; ma occorre prescìndere dall'equivoco fonda­mentale in cni si è smarrito il suo giudizio, per rilevarne solo le parti ragionevoli. Non è vero, egli giustamente afferma, che la volontà generale sia la legge suprema; allo stesso modo di quella individuale ( atteso che il numero non muta l'essenza ), essa è nna potenza contingente, relativa, incostante, versatile al falso come al vero, al male come al bene, e quindi sfornita di carattere legislativo; perche la legge, essendo moralmente obbligatoria, importa qualche cosa di apodittico, di immutabile, di assoluto . Lo stesso Rousseau, concede che la volontà generale può essere ingannata; così, dice Gioberti, viene esclusa l'inerranza e resa assurda l'onnipotenza, He la prima si potrebbe ascrivere al mag­gior numero, senza assegnargli quel grado di esperienza, di sti­mati va, di senno, di accorgimento, di sapere, che si ricercano a distinguere il vero reale dall'apparente. Ora il maggior numero è volgo, e quanto abbonda di quel senso che da Ini appunto riceve il nome di volgare , tanto manca o scarseggia del senso retto. Certamente nei popoli avvezzi alla vita civile il maggior numero si fa ogni giorno più savio e può giungere a tal grado di assennatezza che raramente s'inganni... Ma ciò conferma la mia sentenza e prova che in ogni caso la volontà del maggior numero non può aver forza assoluta di legge se non in quanto si conferma colla ragione e col vero . Bisogna dunque modificare il pronunciato democratico in questo modo : la volontà del popolo conforme a ragione è la legge suprema '.
La ragione V Idea creatrice che domina sull'arbitrio dei despoti e delle plebi, illumina tutti gli nomini e tutti i popoli, onde nomini e popoli sono essenzialmente eguali tra loro, fratelli nell'Idea. Gioberti sostituisce all'eguaglianza astratta, predicata da Rousseau, quella predicata da Cristo: le tendenze democratiche più o meno latenti nel suo pensiero hanno tutte origini cristiane,
combattuto dallo SPAVENTA, al quale dimostrò ohe appunto Hegel ai era op­posto a Rousseau prima e meglio di Gioberti, sostituendo il concetto di ra­giono a quello di volontà popolare (Sopra atomi giudizi di N. Tommaseo, ripub­blicato nel voi. Da Socrate a Bugol, Bari, 1905, p, 193-313). Del fflnnonammlo, l, p. 146-151.