Rassegna storica del Risorgimento

GIOBERTI VINCENZO
anno <1915>   pagina <737>
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Appunti sulla politica, di Gioberti
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si ricollegano al moto di restaurazione religiosa fiorente al tempo della sua giovinezza. Ma all'Idea gli uomini partecipano in grado diverso, dal che deriva la disparità dei talenti e dei meriti, La civiltà si legge nella Teorica attinse il primo germe delle politiche istituzioni principalmente dagli ordini ecclesiastici , i quali furono modellati sulle idee nuove, o per dir meglio, rinno-vellate dal Cristianesimo della eguaglianza morale e nativa degli nomini, e della disuguaglianza acquisita, fondata sulle opere e sui meriti di ciascun individuo, la quale è la sola disparità legittima, e la sola aristocrazia naturale che si trovi fra i membri della stessa famiglia *. Così si spiega come Gioberti possa essere logicamente avverso tanto all'aristocrazia che alla democrazia. A proposito del Botta che nella Storia d'Italia aveva ammesso l'esistenza na­turale e necessaria della prima, combattendo la chimera del­l'eguaglianza, il filosofo scrive affermando che queste teoriche sono eccessivamente timide , e negando che in Italia esista una classe aristocratica: quanto alla ricchezza, ella è poca: quanto all' ingegno, alla dottrina, alla sufficienza, alla sapienza civile, al­l'autorità, alla riputazione ella è nulla; quanto all'opinione univer­sale, questa non la vuole e la ripudia, non che la riconosca; in­somma non ha luogo che negli almanacchi, sulle assise e nelle pergamene . ETeppar gli sembra che sia necessario la disugua­glianza civile o politica per render gli uomini felici: l'aristocrazia è necessaria quando è già fatta, ed è crudele lo spegnerla, assurdo il proibirla con le leggi ; ma quando per buona ventura non è più, o non è altro che un vano e ridicolo simulacro, e tutti gli nomini sono ef­fettivamente eguali o quasi eguali, e però è possibile formare un governo che conservi l'uguaglianza, non è folle e ridicola l'istau­ratone di quella? B. Ma l'eguaglianza non esclude il predominio della ragione, rivelantesi nella forza dell'ingegno, ossia nell' ari-
V*Teorica, II, p. 209. Cfir., ani concetto di eguaglianza, la Béponte à un ariicle de la Berne dee Deus Monaca , appendice al voi. Ili degli Errori filosofici di A. Boamìtd* (Capolago, 1841), p. 817; l'articolo è quello di Gius. FKRRÀRI, X<* philoaopMe catholiqm en Italie (nella stessa rivista, maggio 1844), dove si ac­cusava Gioberti di aver rinnegate i suoi giovanili prinoìpl democratici.
* Lettera al Verga, settembre 1842, in Bicordi cit., I, p. 192-194. Cfr. il motto di Gioberti in una conversazione avuta con Cavour nel 1835 a Bru­xelles, esser le storia del Botta scritte non per i posT-eri, ma per gli antenati (Piarlo inedito del Conte di Cavour, pubblicato da D. Basan, Eoma, 1888, p. 219).