Rassegna storica del Risorgimento
GIOBERTI VINCENZO
anno
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1915
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pagina
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743
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Appunti tritilo politico di Gioberti 748
astrae dalle contingenti necessità politiche, porti necessariamente al concetto dello Stato rappresentativo moderno. Può del resto esser qui opportuno tener conto del temperamento individualista del filosofo, incline a proferire la decisione di un solo alla deliberazione di molti, ove il primo vinca gli altri per quella forza dell'ingegno che egli celebra come base del potere politico. Gioberti non esita ad ammettere che a volte la decisione dittatoriale del governo può e deve sostituirsi a quella del parlamento, il che è d'altronde conforme a ciò che la gran maggioranza dei pubblicisti riconosce, quando si tratti di uno stato di necessità . Non vi ha un solo esempio scrive Gioberti, a proposito delle dispute sorte nel '48 intorno al modo d'annessione della Lombardia al Piemonte di nn popolo che sia rinato o abbia vinti grandissimi pericoli per via di consulte e dì deliberazioni: tutti dovettero la loro salvezza all' inspirazione dell' ingegno individuale e alla dittatura. Anco quando le assemblee intervennero, l'ufficio loro non fu che apparente, e l'indirizzo sostanziale delle faccende nacque da uno o da pochi individui *.
Si potrebbe osservare che Gioberti, pur offrendo dello Stato un concetto concreto, in quanto lo fa consistere nella relazione fra il sovrano e i sudditi, termini strettamente correlativi, lascia poi sparire tale concretezza allorché viene ad esporre la circolazione, per così dire, della sovranità fra.questi due termini; secondo la sua formula, la sovranità che parte dal potere e attraverso i sudditi ad esso ritorna appare come qualche cosa di estrinseco e di oggettivo rispetto Ri sudditi, i quali partecipano ad essa soltanto come per concessione o rinesso dei potere. Bisognerebbe che la formula politica acquistasse, in ambo i suoi membri, il medesimo senso che il filosofo pervenne a dare alla formula cosmologica, in cui il ritorno dell'ente, attraverso l'esistente, a sé stesso, equivale al ritorno del pensiero sopra di sé come coscienza, così ohe il moviménto dell'ente non è altro che la stessa attività dello spirito. E alcuni concetti ohe soddisfano a questa esigenza si possono in-
I Apologia, p. LXI-H j off. Binnovaiaentot I, p. 231. Il temperamento dittatorio del ffloftofo fu foraQ non nltfmn oausa de' anoi insuccessipolitici* egli mancava di certe doti necessarie a nn ministri costitnaicmale, e v'era nella ma indole qualcosa dì cesareo (Bum,, JH V. Gioberti ott., p. LUI aeg.).