Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; AREZZO ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1915>   pagina <769>
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compiuti i suoi studi e si fa restituito alla sua Arezzo, si era dato cou ardore e con serietà all'esercizio professionale, poiché, mortogli il padre, s'era sposato, il 13 giugno 1827, con Anna Fracassi, matri­monio rallegrato da tre figli, Sofia, Orlando e Lorenzo, e s'era acqui­stato larga stima e notevole clientela. Con schiettezza e verità Adriano Mari, suo difensore nel processo intentatogli per perduel­lione, dopo la restaurazione del Granduca, così ritraeva Leonardo Romanelli quale professionista. Non provvisto che di tenue ere­ditata fortuna, e ricco solo dell'animo e della mente informati a severi studi, e disciplinati alle libere arti del foro, da queste ri­trae quanto occorre a mantenere con decoro la famiglia e avvantag­giare il suo stato. Portando nell'esercizio della professione lo zelo
perchè due degli avversari erano rivali in amore. Un primo scontro si svolse in via Sant'Eufemia verso le 8 V, tra pochi stinnenti e paesani quelli ag­grediti da questi ; ì paesani si sarebbero quietati riconoscendo che gli stu­denti non erano quelli che cercavano. Sembra òhe il' Romanelli, che era ener­gico e risoluto quanfc'alfcri mai., si recasse difilato al collegio Ferdinando, verosimilmente per armarsi di bastoni e far gente per tornare sul lnogo, come avvenne difatti. H secondo scontro accadde verso le 9 (23 marzo 1823) in piazza San Sisto; gli studenti, una quarantina, con bastoni armati, presero l'offensiva e malmenarono i paesani; ma, sopraggiunta la polizia, fuggirono; solo nn Melimi e il Romanelli, ohe appariscono i caporioni bravarono la forza; furono raggiunti di là dalla Volta dei Cavalieri a portati, al Guardiola, e la mattina rimandati al Collegio e tenuti 11 come in arresto dalla polizia. Conti­nuando i malumori anche nei giorni seguenti, il 28 gli studenti universitari tennero un'adunanza: in campagna riuscendo ad eludere la polizia : pare ohe, ventilata Fi dea di presentare una petizione al Granduca, perchè trasferisse l'Università altrove, e abbandonato subito tale disegno, perchè apparso ìnat-suiibile, e scartata la proposta d'allontanarsi di Pisa per recarsi a Siena per l'opposizione degli stndenti del 4 anno e di quanti godevano di posti gratuiti, si stabilisse di mandare mia deputazione al Governatore, affinchè non si pren­dessero gravi prowedimenli contro i compagni compromessi. Il 30 aprile 1823 fa emesso nn decreto di espulsione di Leonardo Romanelli da tutte le univer­sità: fu rimandato ad Arezzo; ebbe l'ingiunzione dì non uscir di casa la notte e di scegliere, entro un oerto tempo, una professione, Finalmente il 30 mag­gio 1826, dopo varie suppliche del padre, venne, per grazia sovrana, riammesso all'Università ; ma alla domanda del Romanelli di poter prendere la laurea in quell'anno, fa, nonostante le favorevoli informaziomi, risposto negativamente, cosicché egli potè laurearsi in legge solo Tanno seguente (14 giugno 1826). A questi tafferugli prese parte anche Francesco Domenico Guerrazzi. Cfr. Il Guerrazzi e il tuo allontanamento daWuniversiià di Pisa di GINO SOARAMBU.A. Estratto M ttorico italiano. Serie V, Tomo ILI, anno 1808,