Rassegna storica del Risorgimento

LOMBARDO-VENETO ; FRANKLIN BENJAMIN ; TOMMASINI ANTONIETTA ; CE
anno <1932>   pagina <269>
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iirticolarmente1 ricordato vuol essere pure nno splendido nu­mero dell'Eloquenza Ciciliana, che Vtivyf G. B. Battaglia-, con squfe gito; pensiero, ha regalato tu numero dì duecento copie e contenènte articoli diroccatone dovuti alla ipenna Mm pEeff. EugenioI)i Carlo J0 De Mariaj M forgio Jcoleo e di Ottavio JSjuìno Tortona;.
Ber disposizione cielfa Presidenza, molte delle pubblicazioni in-dica-iie furono date apche al :pei della Storia Patoàa mostratisi' assidui* a III* sedute del.Congresso.
Presiede u lli;efcy 1:1 quale legge altri telegrammi e lettere di adesióne dei proff. Emilio Naselli Bocca, Fulvio Cantoni e del Gomitato ehiauo, rappresentato dal profèsse Di Carlo.
Il ol. Origlio, avuta la parola, illustra l'opera del Thayèr'su Camillo Cavour vista ed esposta secondo la mente sua d'americano, opera die- m stesso, Colonnello Élffe ìm cuisato in due volumi.
11 oL GlglSó sfiiirattiene a parlare anche del Wm/i, WÌ Rharglmentii
Importante risultò la comunicazione del prof. Gwseppe Patio-dino sui JIfo padniii'bani del 1831,. per cui undici cospiratori ebbero il petto crivellato di palle; Tali moti, già narrati con diverso crite­rio dal (xuardione e da Valentino Lalj>ai spinsero il Paladmo ad un'indagine delicata che lo portò a sostenére la tesi già cara al La-bate, che aveva accentuato l'origine i la finalità schiettamente poli­tiche del moto, finalità chiarite anche da Giuseppe Mazs. Il Po-ladino però ha oluto. rendersi eouito: del travisamene 0 subì il fatto, riguardato dalla tradizione come un episodio di delinquenza comune, e, scartando la leggenda di un'intesa fra il Di Marco, pror tagonista del moto, e Leopolda Borbone conte di Siracusa, allora Luogotenente Generale in BMiai ve 'in fama di svoler soppiantare il fratello e proclamare l'in dipendenza dell'isola sotto la propria so­vranità, ha mostrato di ritenere che la ragione vera di quel travi­samento si debba ricercare nell'interesse che aveva 1. Ceir-le di Napoli di dimostrare alle altre potenze come, firaV ìSjUalclii'Gì e atg esistesse neif Begno delle Due Sicilie il massimo accòste come liberalismo eàr> bonerìa non avessero più- nei Eegno itactce d sorta,.
Seguì la comunicazione del pro Eugenio Di Carlo che* insieme col dott. Librino, propose nel Congresso"' idi Napoli la scelta di Pa­lermo come sede del congresso attuale.