Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; AREZZO ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1915>   pagina <774>
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Patteggiamento conciliante e risolato, ad mi tempo, che valse a migliorare le condizioni della pubblica sicurezza e a ricondurre un po' di calma. Quali fossero gli umori della campagna aretina egli stesso dice con tutta verità e schiettezza, anche se non confessa le profonde cagioni del fenomeno, nel suo rapporto alla Oommis-sione governativa toscana (22 aprile 1849), quando egli aveva già deposto, appena avvenuta la restaurazione, il suo officio.
La mobilizzazione della Guardia Razionale aveva gettato il malcontento nelle campagne Toscane, principalmente perchè alla Legge del 27 febbraio 1849 si diedero le più sinistre e allarmanti interpretazioni, fino al segno di accreditare nell'animo degl'idioti la falsa opinione, che gli uomini fatti, dai 18 ai 30 anni, doves­sero andare a combattere guerre lontane in estranei paesi. Di qui i primi moti di ale un e campagne dell'agro aretino, le quali, m a consigliate, avevano sempre avversato la nobile istituzione della Guardia cittadina. Di fatto, allorché il vescovo di Arezzo si recò a Puliciano per tentare di sopirli, il grido di abbasso la Guardia nazionale andò sempre congiunto all'altro di viva Leopoldo ! Con questo grido di riunione e di guerra fu attaccata da una massa di campagnoli e pigionali là terra di Gastiglionuorentino, furono commesse e nello stradale da Arezzo a Castiglione, e in alcuni paesetti del Val d'Arno di sopra violenze d'ogni genere a carico di persone inoffensive, e di pubblici funzionari, incaricati della compilazione dei ruoli, concernenti la mobilizzazione della Guardia nazionale, che si volevano a ogni costo distrutti. Riuscì ti vani ì consigli, inutile ogni parola di persuasione, cominciato a scorrere il sangue, e per la impunità acquistando forza la rivolta,, il Go> verno provvisorio credè suo debito, e debito sacro, accorrere al'ri­medio; difendere i suoi officiali e cittadini pacifici; provvedere alla sicurezza delle pubbliche vie; far rispettare ed eseguire la legge.
Con questo intendimento, ai 23 di marzo, nella fatai giornata, in cui si decidevano nei campi di Novara le sorti d'Italia, fu ema­nata la legge stataria pel compartimento aretino, creata la com­missione militare: con questo intendimeuto, il 26 dello stesso mese, fui nominato commissario straordinario del Governo pel detto compartimento con illimitati poteri. Era questa una legge di ne­cessità! Poteva con altri mezzi ristabilirsi nello Interno la tran­quillità pubblica, l'ordine turbato noi giorni appunto, nei quali da