Rassegna storica del Risorgimento

ABRUZZO ; CARBONERIA ; CLERO
anno <1932>   pagina <335>
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XV.WB Congresso 8miafo d:i Palermo 89
La gnerra è terevocabthnente decisa. L'Austria: cilecche udiate, colla Russia. La Francia e l'Inghilterra dlploinatizs.ano, lodano, accarezzano per impedirle di smascherarsi, ma sanno le suo Intenzioni segrete; e desiderano moti di popoli contro essa; l'Inghilterra segnatamente : e ne parlò, jper co­te noscenza daa?eiij;a. Lotósa cosa; dhe il :<biiustfco si chiede é. di non trascinarla a complicazioni colla Francia, che non ama, ma della cui alleanza ha bi­ci sogno, w necessario dunque che il moto italiano assuma sulle prime colore antiaustriaeo esclusivamente, e Roma sia lasciata in disparte .
Il Pilo invece nella lettera diretta a Nicola Fabrizi, che ora pubblico, jwseenna ad UMa apÈaonfè esistente nel Napoletano, spera che l'iniziativa parta dal Mezzogiorno d'Itali, mentre, il (Do-sena, a. cui Egli ha parlato di queste sue speranze, non crede che dal Napoletano o dalla Sicilia possa partire la scintilla òhe dia fuoco all'incendio.
Riferisce al Fabrizia su una lettera dell'TJlloa inviata d;i Parigi al Boldoni, dalla quale si lianno notizie sull'azione che svolgevano gli emigrati italiani, in vista degli avvenimenti di riscossa nazio­nale, che sarebbero stati sicuramente la conseguenza politica della Guerra d'Oriente.
In previsione di questi probabili eventi i diversi colori politici degli Esali scomparivano e tutti gl'Italiani residenti nella Capitale dell'Impero Francese si riunivano spesso per concretare i provvedi­menti da prendere per la rivoluzione ritenuta imminente.
j; promotori delle riunioni erano MontanellL Maestri, Manin, Masi, {sartori ed altri e forse anche lio /Sierico, dei Mussulmani e deL Vespro, Michele Amari.
Quali erano le questioni trattate in queste adunanze dai pa­tri otti italiani, che lasciavano in anticamera i loro principi ipolìtici, e riunì varisi al solo scopo d'iniziare la riscossa della Patria e libe­rarla dalla tirannide straniera?
Trattavano essi argomenti politici, quali l'unita, di dogana, il modo di fare le elezioni, ecc. che solamente potevano essere posti in discussione dopo la liberazione della Patria.
Questioni tutte bollate nei suoi, scritti da Giuseppe Mazzini, citi* giustamente riteneva quisquilia inconcludente l'opportunitil o meno della convocazione, di una Costituente e poneva solamente le sue speranze nella dittatura, che seguisse immediatamente l'insurre-zioiK' popolare e la: dominasse salvando così la rivoluzione.
Gli emigrati si preoccupavano di formare l'esercito italiano per
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