Rassegna storica del Risorgimento

ABRUZZO ; CARBONERIA ; CLERO
anno <1932>   pagina <341>
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XVIII Congresso Sociale di Palermo 95
trovo, in cto(ì<Kjte tlegit episodi ricordati e di a II ri del genere, il governo borbonico dette prova di notevole moderazione, e trattò i ribelli e i cospiratori, talora, con singolare mitezza*, commutando le sentenze capitali jJicounnflàate dai giudici, mitigando le pene del carcere, esiliando spésso, anjìienè incarcerare, coloro eli risulta­vano colpevoli, qualche volta petr propria confessione. Ora è facile Osservare ei'll1ooMegno moderato tennto dal Borbone con cospi­ratori: da, aioi nominati, cpnti?as;ta con quii lo eccessivamente severo, che esso usò col Di Marco e i compagni. Su questi, sul loro capo cadefe Mena la vendetta e ben undici di essi ebbero il petto crivellato: di palle. Come mai?
Tutto autorizza a- pensare che Ferdinando H, permettendo nel caso, di cui ci occupiamo, lo spargimento del sangue, obbedisse a una trista tradizione, che imperava nella sua famiglia, e che dalle stragi del *99 andava a quelle recenti consumate nel Cilento. Se noiK'hè, a cose fatte é ;afl!; esecuzione capitale compiute, il re dovette accorgersi di aver commesso un grave errore.
Chi, dopo le fucilazioni di Palermo, non avrebbe avuto il di­ritta di affermare l'inesistenza in Sicilia di qualsiasi cordialità di rapporti tra popolo e governo? Se Ferdinando fosse apparso co. me non sarebbe potuto non apparire responsabile Uè. un'altra strage di liberali pari a quelle compiute sotto gli auspici del padre e dell'avo, la buona fama di quiete, di tranquillità, di accordo con i sudditi, di affetto da parte loro alla dinastia, quella buona fama, a cui il re teneva tani e sulla rimile desiderava si fondasse jprinci-palmente 31 suo regime paterno, quella buona fama, che Ferdinando si affaticava a cercare, dacché era salito al trono, sarebbe stata irre­parabilmente compromessa e turbata dalle nuove repressioni san­guinose, e tutti avrebbero ritenuto e descritto il giovane re delle Pus Sicilie erede e continuatore della tradizione avita, in continua ed incessante lotta coi sudditi.
E non sarebbe stato tanto grave il male, che avrebbero prodotto il dileguarsi di quella buona opinione e U dissiparsi come nebbia ai vento della fama di sovrano riformatore e instauratore di nuovi metodi di governo, che Ferdinando eoi sui primi alti si era procu­rata, quanto l'altro, di cui sarebbero stato causa un nuovo intervento e una nuova occupazione austriaca, cose che non si sarebbero potute evitare, se il Regno fosse apparso travolto nella rivoluzione. E* un fatto che l'Austria pretendeva di tenere H' re delle Due Sicilie sotto la propria soggezione, e gli consigliava in quegli anni di mostrarsi