Rassegna storica del Risorgimento

MILANO ; MUSEI
anno <1932>   pagina <368>
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Mito jy-AHhm
pft che i due amici erano animati verso la patria adorata dagli stes­isi entusiasmi di speranza e di fede.
Quando nel 1848 l'eroe dei dtìfe mondi indirizzò la famosa lette-fft>- elle precedette di pochi mesi quella Sì Giuseppe Ma-zzini, a 1*10 IX, per mezzo di monsignor Bedtni, nunzio apostolico in Rio Ja­neiro* quello stesso monsignor Bedim che due armi di poi oezcJwrA a moirVè ! de pdMtÉi di ComaccMo e farà filettare il oamiabita minato diét.sole[Mmcefsso: t martire italiano Ugo Bassi< arlo Bel­gi-ano fn il privilegiato amico, messo a paljte dei [Segreto, per uu prezioso consiglio al riguardo.
Il 2 aprile di 'quello stesso anno, Garibaldi con ottantacinque dei suoi legionarij tra i quali l'Anzanij il Vecchi, il Ramorino, il Montaidì, il Marocclietti, il Grafigna, il Peralta, il Rodi, il Oucelli, ed il suo moro Aghiar salpava da Montevideo per le sponde d' Ita­lia. Uu giornale nizzardo dell'epoca annunciò il suo arrivo dall'Ame­rica in Europa con queste precise parole : giunto in questa sua patria da Montevideo, oggi, 21 giugno, alle ore dieci re mezzi: iijiiìuv seppe Garibaldi, condottiero dei prodi italiani di quella regione, con ottantacinque seguaci, in uniforme di pantaloni bianchi, blusa ros­sa, cappello bianco, all'italiana con imbottitura verde, in complesso la bandiera italiana . Giuseppe Mariibaldi fu soccorso dallo stesso governo uruguaiano di armi di cannoni di miuuzioni. Il brigantino Bip'onte, ribattezzato col nome di Speranza, al comando del capita­no Gazzolo, postava gli argonauti novelli. Perchè la s-peémone in Malìa comandata da Garibaldi riescisse nell'intento, ;st ièa> aperta ai Montevideo una pubblica sottoscrizione a gli italiani ed il solo Stefano Antonini aveva firmato per 30.000 lire.
Garibaldi però ;era 0; :mo'Mo tempo prima che si iniziasse la sottoscriaÉW, alBmico Carlo Beran!0 e da lui ricevette ciò ch'era forse follia sperare, chiedendo, il generoso finanziatore del-Piinpresa, di non essere meionipjljnmorosanniite in pubblico, de­siderando, egli, esolusivameuifee, mettere àk evidenza i valori sacro­santi dell'Italia immortale e non menomamente l'idiota appariscen­za del proprio personalismo.
Giuseppe Garibaldi*non dubitò mài dell'amico, ma del gesto, Tjpa comune davvero, rimase emejiteinente commosso sino alle la­grime. USTon dimenticò;, inai l'offerta magnanima, non scordò mai la nobiltà d'animo dell'amicoSnobliabile. Galantuomo in ogni suo atto, pubblico o .privato/, eia ÉoBse, rammentò, nel iL4 ai bagi d'Acqui, oiò ch'egli credeva un debito da saldare, verso la virtù rara dell'a-