Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; MUSEI
anno
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1932
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pagina
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383
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Jjd Rivoluzione Siciliana del 1860 437
talia e che la bandiera della tlotta siciliana l'osse quella italiana. Tu tal modo il grido Italia e Iftffifanjg; iJmaituele emesso da Garibaldi a Marsala, veniva tradotto in pratica dalfkiiimikistrazione dell'isola, che rivelavafcosl, fin dai suoi primi atti, il sentimento nazionale unitario che la. ispirava,
Il Conte dì Cavour era pienamente informato di tutto quello che avveniva in Sicilia. Quasi ogni settimana pVolta anche più spesso) perveniva al ministero degli Affari esteri un rapporto del console Sardo a Palermo, Gaetano Rocca, il quale, per la sua lunga permanenza- nella metropoli Siciliana (in cui egli risiedeva da oltre 40 anni!} conosceva perfettamente uomini', cose e costumi della vita dell'isola. Ma l'uomo di fiducia del Cavour?riguardo agli affari dell'Italia meridionale, ètài, com'è risaputo, lo storico siciliano Giuseppe La Farina, la cui! presunzione e il <ui vivissimo orgoglio ne oscuravano completamente i meriti personal riconosciutigli anche dai suoi più -accaniti" nemici. Tuttavia per quanto il Cavour ripones-se grande Mucia nel La Farina, non era poi vero, come affermò la Mario, che egli! vedesse HHo; attraverso le lenti dell'esule siciliano. H primo ministro piemontese, fin dai primi giorni dell'impiega ga-ribaldila a-, aveva- già formulato il disegno di procedere al più presto all'annessione della Sicilia,. njon tanto per legalizzare la rivolli/aorte, quanto invece per moderarla, o meglio pel? .areì"la secondo le sue intenzioni, strappandola cos'i1 dalle mani dei (dirigenti del partito d'azione, che formavano l'entourage del Generale, e dei quali Cavour diffidava sapendoli <pasi tutti di origine mazziniana.
Camillo ("kìvow" considerava la questione italiana dal punto di vista puramente politico e diplomatico, facendo quasi astrazione da ogni motivo sentimentale. Vissuto nel mondo politico francese- ed inglese per molti anni, ignorava (e sono paróle del suo più caro amico, Michelangelo Castelli) la storia e letteratura italiana e quasi quella del Piemonte e della Monarchia di Savoia . L'Italia di1 Cavour , prosegue il Castelli, non era quell'Italia che tanti hanno-veduto 0 vedono attraverso il prisma della storia e della poesia. Egli non fu mai a lioma, uè -a. Napoli, e vide Firenze per la prima volta nel 1860 (8}v La cultura ginridico-economiea della scuola del Ju-ste milieu , fiorita al tempo della monarchia di luglio, aveva fatto di rqamiBo Cavour un uomo di .Stato liberale, aperto ad ogni innova-
(8) M. Costelli Bicordi , editi dal Ghiaia, iiag. 1Ì8,