Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; MUSEI
anno
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1932
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pagina
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386
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ancora fo forze borboniche ne occupa vano il iato orientale* -fgSd che sarebbe stato/un atto arditissimo anche dal punto di vista diplomatico), incontrava poi in Garibaldi e nel suo entourage la più viva resistenza. Giuseppe (ìfàdtàfoaidi, per quanto non avesse un'idea ben chiara dei problemi amministratiSvi dell'isola, con il suo naturale buon senso, capiva che annettere la Sicilia al Piemonte equivaleva sottomettere la rivoluzione alle intenzioni del Cavour e a ritardare il compimento del programma garibaldino, comprendente non solo la liberazione del Napoletano, ma anche quella dello Stato Pontificio e. perfino di Venezia.
Inoltre, e questo era il pensiero di CMspi, bisognava rimandare l'annessione al Piemonte finché non si fosse provveduto al riordinamento amministrativo dell'Isola con leggi rispondenti ai! bisogni delle popolazioni siciliane, bisogni ai quali invece non rispondevano affatto le leggi piemontesi. Fin da allora il piemontesismo e Panti-piemonfeesismo facevano la prima apparizione nella vita politica italiana con tutte le loro funeste conseguenze.
Cosicché, mentre fallivano i tentativi fatti dal Persano per rappacificare Garibaldi e La Farina, e mentre l'alter ego di Garibaldi nel continente i! fiero Agostino Bertani, rimaneva inamovibile al suo posto di! capo del Comitato di soccorso di Garibaldi (malgrado le manovre Cavouriane per sostituirlo col Conte Amari) il Cavour il 28 giugno avvisava il Persalio di non essere soddisfatto del contegno di Garibaldi verso il governo Sardo, il quale, dopo la partenza della spedizione Cosenz, avrebbe disposto affinchè nulla più fosse mandato in Sicilia fino a quando al Bertani fosse tolta ogni ingerenza nella spedizione. E Cavour pregava il Persane di partecipare ciò a Garibaldi in vìa ufficiosa (15).
IL
11 dissidio facevasi sempre ogni giorno più grave ed a molti patriotti pareva dannoso al compimento dell'unità italiana. Il gruppo torinese del partito d'azione, facente capo a Mauro Macchi, ad Angelo Bargoni e ad Oreste Regnoli, fin dalla seconda metà di giugno pensava ad accordarsi direttamente col Cavour per i rapporti
(3) lettera di Cavour a l'ergano - afflala op. 36., voi. ili.