Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; VENETO
anno <1932>   pagina <400>
immagine non disponibile

Bsttomo Mteralfli
baldi ioli; f detta fmA re me., cui invece EO inondato; in 6iri il *onte-Amari, onde :pìÌ ttól ad Wglier* WCBÌO . Queste nottole a lui iuliuvarM jfo parte wn prove1 Uè aveva in mmàmi = Pfrcte da infomaztóm elle ttv* al tenete aètenriv siine e Depreca sitene anche jpntotìlto cna Gribaldt -potesse -ar* rendeva! ai dèsted elei tèmmM WÌ P* cas0 HP affermava che sarebbe tornato a Stradetti*. a fare il contadino ed a raccogliere
denari per la SicMÒ.-. pee*
pi il Depretis, per! quanto informato deU apposizione fatta dal Cavour al suo invito in Sicilia, non era però al corrente degli avvenimenti che, come ho detto, costringevano H governo ad andare incóntsoal desideri del Garibaldi il quateuon contento di avere ricMesìo' il Depretis al Re. prima attraverso il Treccili e poi per il tramite del conte; Ama,pl), il 13 luglio, rispondendo a Vittorio Emanuele II, lo avvisava di aver persuaso Amari sulla necessità della venuta di Depretis :. 2Sif;iiti lo stesso giorno il Persane av­vertiva per telegrafo Cavour che Oiaìibaldi aveva scritto al Re per richiedere il Depretis, dichiarando non convenire Valerio per quanto suo amico, nonostante che egli iPersano) non avesse man­cato" di eseguire quanto doveva, ma invano (52). Sempre il 13 luglio il conte Amari, di ritorno dalla Sicilia, (forse latore della
CSI) Come risulta da una lettera dal 10 luglio 1860 di Angelo Bargoul a Mor-dfni, citata dal Rosi nel Risorgimento Italiano ecc. ecc. , pag. 199, Nota 1, e dal biglietto autografo di Garibaldi al Treccili, del 12 luglio 1800. edito dal Li­brino, op. eit. pag. 465.
(52) Manacorda op. e loc. eit- -à>c: XTY; il telegramma porta la data di Cagliari 14 luglio 1800, part. 7. 54 a:nt.:. uni II testo fu spedito il giorno prima da Palermo poiché "ìlitelegrafo funzionava solo da Torino T GagHàrl 'aÉJ spacci da e per Palermo veniva*!, tacasmessi per mare. Si noti poi le ultime parole del telegramma Persano. che rivelano la pertinace opposizione di Oe--vour ulln nomina di colui che egRebiatuava il gesuita di sinistra. Peri IetteràHSaiihiildl a VftfccatBnianuelé - vedi Bollea, Silloge eit- pag- 281.-282. Riguardo alla mancata accettazione del Valerio da parte di Garibaldi, da molti fatta risalire a ragioni completamente politiche, io eredo invece che molto abbia influito sulle decisioni del Generale l'èsser stato il Valerlo, al tempo dei sno governatorato di Como, uno dei testimoni al hi celebrazione del disgra­ziato matrimonio tra Garibaldi e la Marchesa Raimondi : come confessava al­cuni mesi dopo lo stesso Valerio a Gaspare Finali, egli cadde in disgrazia presso li Generale; che a tuallora v prefetto, di Como, faceva colpa ai non averlo fatto tamsapevole dt coso ette a creder suo "Valerle non poteva a meno di sa­pere Vf
Non so l'è mal lluientiuato : né se ne puf <i I IMITI t Ica ri- coneludeva 11 VH reno, raccontando1 al Fbuiil fl-doloroso episo'lìo tveai è. Mnali te Marchesi p.p. 1.1,0-113 e Luzio op. clt. Garibaldi e la marchia Raimondi si.