Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; AREZZO ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1915>   pagina <792>
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M À, Saniti
<-'. 23 luglio 1848,
<< JJ Vicario Regio di Arezzo.
Deve subito esaere ingiunte ai Signori Giov. Francioli, Gae­tano Dìni, Lorenzo Corsi, Alessandro Barri, Fornajo, dott. Marco Petreni, Simone Marzocchi, Francesco Cittadini, Giuseppe Luban di allontanarsi immediatamente da questa Città e di non rientrare nella medesima, finché saranno in queste vicinanze le Bande di Garibaldi. Debbono essere richiamati: e trattenuti in carcere di custodia a mia disposizione Raffaello Dragoni, Orologiaio, Luigi Amatrini, detto il Cadetto, e Raffaello Corsini, non che Sabatino Lelli Israelita. Motivo di queste misure, che contesterà ai richia­mati, quanto ai primi otto, è il contegno spiegato, tanto in ad­dietro che nell'attualità, per il quale resultano essersi mostrati molto caldi pél movimento rivoluzionario, e per cui in presenza all'attuai pericolo divengono nell'interno pericolosi pell'ordine. E quanto ai tre successivi, perchè oltre ai motivi sopra indicati, che sono a loro comuni, vi si unisce l'altra circostanza di avere il Governo sicura notizia, che si trasferirono ieri l'altro in traccia delie Bande, e che successivamente, insieme col quarto, ieri ed ieri l'altro usavano tutta la solerzia per insinuare simpatia per la colonna antedetta. Attenderò il resultato delle di Lei premure e frattanto, ecc.
Due altre ingiunzioni vennero pure dirette, una al Procuratore regio, perchè consigliasse al suo Sostituto Giuseppe Barsotti di t allontanarsi, e l'altra al Presidente del Tribunale, perchè facesse la medesima comunicazione all'Auditore Giovanni Dini. Essendo esse eguali, salvo, naturalmente, il nome della persona, a cui era rivolta Pingiunzione, riferirò la prima soltanto.
Prefettura di Arezzo.
lU.mo Signore Prego V. S. Ill.ma ad avere subito avanti dì se il Signor Sostituto Barsotti, e consigliarlo ad allontanarsi immediatamente da questa Citta, e rimanerne fuori fino a che la medesima avrà sotto le sue mura la colonna Garibaldi. Gli farà sentire che, ove non volesse valutare il consiglio, nelle circostanze,