Rassegna storica del Risorgimento
1849 ; AREZZO ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno
<
1915
>
pagina
<
798
>
798
A. BcMtilU
tutti coloro elio avevan divisa con me l'opinione di'non ricevere in Città ì Garibaldiani. 13ra immensa, tremenda la mia responsabilità di fronte a loro, al Governo, al Paese. Boa era altrimenti un mistero per veruno, giacché si proclamava dagli stessi Garibaldiani che nel giorno successivo (23 luglio) sarebbesi all' interno suscitata una reazione. Dovevasi dunque prevenire. Tatti coloro che l'opinione pubblica, ed il contegno precedentemente tenuto additava come propensi al movimento rivoluzionario, e che pella loro posizione e rapporti apparivano maggiormente pericolosi dovevano essere inabilitati ad eccitare, a dirigere la reazione, e per far questo occorreva o rinchiuderli o espellerli dalla Cittàj e l'una e l'altra misura adottai senza riguardo a persone, mentre in egual tempo ordinai in un modo assoluto che fosse respinto colla forza qualunque aperto attentato, al quale disgraziatamente fossero per appigliarsi i faziosi. Se sono riandato a questo disgraziato andamento di cose, nelle quali ho dovuto dare a me stesso una parte così principale, vi sono stato costretto per rammentare che nel 23 luglio la città di Arezzo trovavasi in circostanze talmente eccezionali, e straordinarie, le quali dominando non potevano essere in guisa veruna regolate da riguardi o da principi di moderazione. Anche un'ingiustizia delle più assolute, quando avesse potuto giovare al bisogno imponente ed essenziale di quel momento diveniva una fatale necessità, che non poteva essere pretermessa. Ma, per difendere la misura adottata a carico dei signori Dini e Bar-sotti, a vero dire, non ho bisogno di valermi della preavvertita imponente ragione, lo lo dico con dispiacere, l'uno e l'altro han tenuto un contegno che è reso notorio a chiunque il,loro disaffetto ed anzi la loro avversione all'ordine ristabilito di cose. Quanto al Dini credo inutile lo spendere molte parole; questo io dico che al Circolo, nelle Piazze, nei Caffè, all'epoca disgraziata del Governo rivoluzionario, Egli tali sentimenti espresse da renderlo meritevole di severo gastigo, laddove non dovesse stimarsi che la di lui munte si trovi malata. Ma quanto al Barsotti?ani occorrerebbe tessere lunga istoria per rintracciare e far resultare chiaramente quanto di luì asseriva poco la, inqnantochè ambizioso di raggiungere fra i faziosi una posizione delle più elevate, ha cercato d'astenersi dalle apparenze ed ha lavorato valendosi di giri tortuosi e tacendo in. guisa di compromettersi il meno possibile.