Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; AREZZO ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1915>   pagina <799>
immagine non disponibile

Areseo e (?,.- Qaritwhti imi faglio M 1849 790
Pare è tale la forza della verità, ed ha mostrato nel caso tanto poco ingeguo che egli stesso nella sostanza ha somministrati i mezzi per farsi conoscere. L'uomo che dal Circolo veniva additato come uno degli apostoli di libertà, l'uomo, che veniva dal Compar­timento prescelto ed inviato all'Assemblea, dica ciò che vuoisi in contrario, è l'uomo che ha ben meritato della fazione. L'uomo, che acquista popolari là e simpatia in tutte le elassi, sia qualunque il mezzo con cui acquistò tal popolarità, se, nei momenti di un pe­ricolo pubblico, non è del vostro partito è uomo pericoloso, del quale dovete diffidare, e di cui dovete assicurarvi. Ma il Barsotti non era del partito che io rappresentava anche perchè: 1 saputo l'esilio del dott. Polcri, egli non si contentò di sussidiarlo, ma Egli fece gran rumore per raccogliere questi sussidi quasi a rimprovero del Governo che faceva esulare un nomo, dì cui si ingigantivano i bisogni e la miseria per accrescere l'odio e il disprezzo della mi­sura. E perchè il Big. Barsotti non soddisfaceva ai riguardi di uma­nità come l'uomo filantropo, l'uomo onesto avrebbe fatto?; 2 un egual tuono Egli ostentava Dell'ossequiare la moglie del dott. Bo-manelii, allorché questa di qui trasferi vasi a rintracciare il marito in Città di Castello. Il Sig. Barsotti mi fa ben malsano di mente, se. scorrendo gli obietti che a lui faceva, vuol far credere che io restringessi ancor questo ai fine di un puro atto di convenienza. No no io obiettava al Barsotti il modo tenuto, modo che era diretto a far comprendere nel Pubblico la venerazione che avevasi per coloro che avevano formato parte del provvisorio Governo, modo che conteneva una critica agii atti del Governo attuale; 3 nel pubblico caffè la parola che pronunziava il Barsotti fu una di quelle che indicava stragi e carni liei ne, verificabili forse, ove i Garibal-diani si fossero potuti introdurre in Arezzo. Pur troppo si accorse il Barsotti anche in quel momento di aver troppo detto, e cerco in qualche guisa di rendere una spiegazione, che denaturava la im­portanza sua, puro tal parola fu da lui pronunziata, nò Egli ha sa­puto nella sostanza negarla. Queste sole circostanze autorizzavano a sospettare del Sig. Barsotti, ed avrebbero autorizzato ad una mi­sura più rigorosa di quella che adottai a di lui riguardo. Se Egli avesse voluto, e non avesse ambito di commuovere e destare mag­giori simpatìe a suo riguardo, la mia misura rimaueva ignorata dal pubblico. Egli poteva uscir di Città sotto un pretesto qualunque, e