Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; AREZZO ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1915>   pagina <800>
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800 4, Savciu
ritornarvi cessato il bisogno della di lai lontananza, ma il Big. Bar-sotti non appena oonobbe il tenore della mia Lettera, e, credendosi inviolabile e sicuro, in piena Caria reclamò contro detta misura. Si presentava a me, quando io ero sotto la impressione di questo suo contegno, né potevo riceverlo che severamente; ma non lo ac­colsi del resto in urbanamente, Eran tre notti da ohe io non pren­devo riposo, e non rammento in qual guisa Tossi adagiato al suo comparire. Questo bensì rammento che io mi alzai, sentita l'apo­strofe che mi dirigeva, e, somministratogli più ampio sviluppo delle ragioni che mi avevano costretto ad adottare anche a di lui ca­rico la misura suddetta, fu da me, sempre ritto, alla fine licen­ziato. Tanto ero in dovere di significare alla E. V., e nel ritor­narle le carte tutte relative a tale affare, ho l'onore, eco.
Gt. FINESOHI .
Naturalmente occorre una bella tara a quanto, nell'esposizione del Fineschif relativa all'opera sua nell'episodio garibaldino del luglio ISi), concerne la gravità della condizione di Arezzo, per­chè è manifesto che egli mirava e a mettere in luce, esagerando consciamente o inconsciamente, l'azione propria attribuendosi tutto il merito (tale era per il Governo) del negato ingresso a Garibaldi, e a presentare l'andamento delle cose in guisa da giustificarsi del provvedimento, preso contro due magistrati, il Dini e il Barsottì, provvedimento molto ardito anche in quel tempo, quando consi­deriamo le persone, che esso colpiva. 'Ma, nella sostanza, la nar­razione prefettizia appare veritiera e dimostra a luce meridiana quanto notevole fosse, com'era logico del resto, la parte del pre­fetto Finescìiij il quale non compio altro che quello che, secondo le idee 'ministeriali, l'officio suo gì'imponeva. Era tale però la sfiac­cola tezza 'governativa toscana che parve mirabile il contegno di quel Prefetto e ne ebbe lodi e premi, quasi fosse stato un eroe della controrivoluzione. Ho parlato di sfiaccolatezza; né l'espres­sione mi pare esagerata, che corrisponde alla pura verità, se in­daghiamo con coscienza serena il sistema alloppi atore dei gover­nanti toscani, senza idealità e senza energia di sorta. A leggere l'apologia fineschiana, sembrerebbe che egli, che s'era risoluto a mezzi estremi, a quelli del terrore , fosse ricorso ad arresti ed espul-