Rassegna storica del Risorgimento
VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno
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1915
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pagina
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809
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Alcun* pagina di patriottismo
809
i suoi principi schiettamente liberali. Nel mese di marzo del 1859, col pretestò di recarsi a visitare il figlio Filippo, allora volontà* rio nell'esercito piemontese, andò a Torino, latore di lettere del comitato liberale Veneziano pel conte di Cavour e col grande Statista conferì lungamente, ottenendo segrete istruzioni. Ma ritornato il Cappello a Venezia, la polizia austriaca lo arrestò e lo rinchiuse, senza neppure processarlo, nella fortezza di Josepbstadt in Boemia, ove lo lasciò per quattro mesi. Dopo l'armistizio di Villafranca il Cappello fu liberato ed egli ritornò a Venezia, ove però poteva rimanervi assai breve tempo, poiché le persecuzioni austriache presero nuovamente a colpirlo e già si stava per imprigionarlo una seconda volta, perchè colpevole di essere persona liberale, influente, e benevisa dalla popolazione. Egli si salvò esulando a Torino, ove condusse con nobile fierezza una vita di sacrificio, avendogli l'Austria sequestrati i beni. Tuttavia quella eletta figura di patriotta, cogli scarsi mezzi finanziari rimastigli, non soltanto provvedeva al sostentamento proprio e della famiglia, anch'essa emigrata, perchè fatta a sua volta bersaglio alle persecuzioni austriache, ma accorreva spesso fraternamente in soccorso dei concittadini, come lui, esuli e raminghi.
Verso la fine del 1860 il Cappello veniva nominato, dal gabinetto di Torino, consigliere presso il tribunale di Brescia, e da allora proseguiva la sua carriera nell'amministrazione giudiziaria italiana, spegnendosi, il 24 agosto 1869, a Padova, ove era consigliere di prima classe presso quella Corte d'appello.
Le pagine che riportiamo e che furono scritte dal Cappello durante la sua prigionia nell'austriaca fortezza di Josepbstadt, mentre recano un piccolo contributo alla gloriosa storia del nostro Bi sorgi mento, rivelano ancora una volta quali purissimi e fervidi sentimenti di italianità illuminassero il cuore del patriziato veneto, sotto la ferrea ed inesorabile compressione della Signoria austriaca.
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